Gli chiederanno di essere il nuovo Orsato, mentre lui spera di essere semplicemente il Marco Guida di sempre. Quello delle duecento partite in Serie A, internazionale da dieci anni, partito dai campi in terra battuta dell’hinterland napoletano e arrivato all’Europeo, concluso forse un po’ presto (ai gironi) ma con la prospettiva di diventare il nuovo fischietto di punta del movimento. A Cascia, dove si è radunata la squadra arbitrale per prepararsi alla nuova stagione, il consulente commerciale della sezione di Torre Annunziata è stato nominato nuovo capitano di 33 mila anime appassionate e fragili, costantemente sotto tiro ma abituate a convivere tra le pressioni.
Guida, ormai è un veterano. Che ambiente ha ritrovato?
«Sempre positivo. È il mio sedicesimo raduno con la Can, comincio a percepire quel senso di responsabilità che mi dice “trasmetti ai giovani qualcosa di quello che hai ricevuto tu”.».
Guida, chi fu la sua guida?
«I più grandi. Sono arrivato che c’era Collina. Poi Rosetti, Braschi, Messina, Rizzoli, Rocchi, Orsato. A loro devo tutto quello che so. Dico sempre che l’arbitro è una spugna».
Nel senso che deve assorbire tutto, anche le polemiche?
«Nel senso che dobbiamo prendere il meglio da quelli bravi».
Tra pochi giorni tornerete a essere nel bersaglio.
«Siamo umani anche noi».