Casarano, ritorno al futuro nel segno dei Filograna
CASARANO - (Antonio Imperiale) I colori delle maglie come bandiere. Quella giallorossa del Lecce, quella rossoazzurra del Casarano. Un tifo senza fine, che si estende su tutto il Salento. Dal capoluogo alla città casaranese, con i suoi ventimila abitanti, che si riconquistata il posto nel calcio professionistico, che riporterà al “Capozza”, con i suoi seimilacinquecento posti, gli incontri con le grandi che popolano la serie C, una categoria vissuta a lungo, in anni ormai lontani, da grande protagonista, con la serie B rimasta in gola per almeno due occasioni, forse tre, con il pallone che rimbalzava sui sogni del grande patriarca Antonio Filograna, con il suo calzaturificio di dimensione europea e che non sopportava che, nonostante il prestigio e un’azienda che limitava l’emigrazione, ci si chiedesse ancora : Casarano dov’è ?. Il pallone, allora per diffondere la conoscenza di una realtà viva, con una sua grande storia. Ed il Casarano che è tornato grazie ad Antonio Filograna Sergio, un’eredità anche sul piano delle ambizioni aziendali e sportive e sull’amore per la città.
RITORNO AL PASSATO - Così il Casarano che riparte dalla serie C, ha già coinvolto più di millecento abbonati, come non era mai accaduto. E che brillano come gli oltre sedicimila del Lecce, il cui richiamo va all’intero Salento, e anche oltre. In comune nella storia un personaggio come Pantaleo Corvino, che smise la divisa militare proprio su invito del “patriarca”, per fare grande la squadra nella quale inventò subito un ampissimo, fecondo settore giovanile dal quale uscirono fra gli altri, i Miccoli, i Calabro e tanti ancora. In quel Casarano giocò pure Stefano Trinchera, attuale diesse del Lecce. Gli abbonamenti immediati sui due fronti, quello del capoluogo e quello del basso Salento parlano da soli sulla stima e sulle ambizioni della gente di casa nostra sul presente delle due realtà e sul loro futuro. Dice Gigi Garzya, una storia calcistica di primo piano, nata partendo proprio dai sogni leccesi. “Il Lecce gioca per la prima volta per il quarto anno consecutivo in serie A. E’ davvero un segnale della qualità della società giallorossa del solito Corvino, del presidente Saverio Sticchi Damiani ed i suoi preziosi collaboratori. I tifosi amano la squadra e magari a volte pretendono un po’ troppo. Ma io vorrei che proprio sul piano culturale il Lecce superasse la dimensione salvezza, magari diventando una realtà abitualmente stabile come il Verona. Il Lecce ha il grande merito di non essere masi fallita, come invece accade a società che magari dopo anche lunghe permanenze scompaiono dalla scena. Il Lecce per come è gestita è sempre un grande prestigio nazionale che fa onore anche a tutta la città e con le strutture delle quali si sta attrezzando è davvero sulla buona via”. Casarano? “E’ il segnale più autorevole di una provincia sana, di una società che ha nei Filograna, oggi come ieri, una dimensione socio-economica-culturale di primissimo piano. Richiama quella parte del Salento che non è peraltro alternativa alla realtà giallorossa. L’orgoglio di periferia è sempre qualcosa di molto importante e mi auguro che i tifosi siano sempre felici sui due fronti”.
UN EX SPECIALE - Dario Levanto è uno di quelli che ha giocato tre campionati di A con il Lecce, ha avuto come allenatori Fascetti e Mazzone, Massimo Neri, all’inizio della sua carriera,come preparatore , da calciatore tre anni a Casarano e poi da allenatore sotto la gestione De Masi riportò la squadra in Eccellenza. “Bellissimi i ricordi sui due fronti. Favolosi i tifosi. A Lecce dopo le stagioni consecutive in A si preoccupano del futuro. La società è una bella realtà capace di ogni garanzia. A Casarano la garanzia si chiama ancora Filograna e Antonio Filograna Sergio è una certezza. Questo spiega la corsa agli abbonamenti. I casaranesi vogliono esserci sempre”.