Chi perde non paga (ancora)

Leggi il commento del Direttore del Corriere dello Sport-Stadio
Ivan Zazzaroni
3 min

E dopo tre mesi e un po’ (ben tredici giornate, giusto un terzo di campionato) siamo daccapo o quasi. Ci sono quattro squadre in un punto, in attesa che stasera il Bologna diventi la quinta realizzando l’aggancio a 27. Milan e Napoli sono davanti, Inter e Roma subito dietro. Allegri è quello che ne ha perse di meno, Chivu e Conte hanno assorbito 4 sconfitte il primo e tre il secondo, 4 anche Gasperini, lui non pareggia mai, e insomma nessuno ha ancora espresso superiorità evidenti.

All’Olimpico il Napoli ha giocato una straordinaria partita difensiva e di controllo, limitando l’offesa alla prima parte: Milinkovic-Savic ha dovuto compiere un solo intervento serio, nei minuti finali su un destro di Baldanzi. 

La Roma ha occupato il campo soprattutto nella ripresa cercando con insistenza il pareggio, ma le sono mancati i punti d’appoggio e la qualità nell’ultimo passaggio: solo un’accensione di Dybala - proprio nell’occasione del tiro di Baldanzi - è riuscita a bucare la linea di Conte. 

È stata una partita interrotta, molto alto il ritmo nei primi 45 minuti, fin troppo confuso tutto il resto. 

Il punto è questo: rispetto alla Roma il Napoli ha di più anche quando ha di meno. A Conte mancavano Lukaku, De Bruyne, Anguissa, Spinazzola, Gutierrez e Meret e nonostante le assenze ha potuto sfruttare nuovamente Neres e Lang togliendo i riferimenti alla difesa di Gasperini: e allora ciò che era largo, soprattutto con Politano, ora è stretto, Lang e Neres hanno un raggio d’azione ampio e meno prevedibile. 

Quando Gasperini ha voluto sostituire Ferguson, impresentabile, è potuto ricorrere esclusivamente a Baldanzi del quale l’irlandese è la matrioska. 

Non appena Conte ritroverà tre dei suoi uomini-faro, il Napoli avrà tutta un’altra consistenza. La Roma ha una sola via per continuare a frequentare le primissime posizioni: le correzioni del mercato a gennaio. Lo so che sto scrivendo una banalità, qualcosa di ripetuto decine di volte da agosto a oggi, ma non vedo alternative. La squadra, che ha una volontà e una tenuta eccellenti, si ferma troppo spesso al limite dell’area avversaria, che peraltro occupa male. 

I Friedkin devono dare una mano al tecnico perché la stagione autorizza sogni di gloria: servono almeno due interventi, un centravanti e l’esterno sinistro che permetta a Wesley di tornare sulla fascia naturale.

Conte non s’è ancora dimesso dal Napoli, né dallo scudetto. Lo ricordo a chi lo voleva fuori


© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Calcio