Esserci o non esserci?

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Ivan Zazzaroni
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Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?, si chiede Nanni Moretti in “Ecce Bombo”. La risposta più amara potrebbe darla la nostra Nazionale e non è contemplata dalle due opzioni del regista: se non vengo per niente non mi nota nessuno ormai, visto che le ultime due edizioni del Mondiale le ho ciccate di brutto.

Sarebbe terribile non esserci nemmeno stavolta. Pensate che bello: anche noi tra le 48 nazioni qualificate per baciare la pantofola a Donald Trump, al quale è stato appena assegnato - dalla Fifa, naturalmente - l’InfantiNobel per la pace. 

No, non dobbiamo proprio mancare. Perché la terza esclusione di fila proverebbe anche ai più ottimisti e ai giustificazionisti che il calcio italiano, a livello di nazionale, vale esattamente come quelli di Giordania, Qatar e Curaçao.  

Abbiamo pur sempre un passato e una dignità da difendere: ci deriva dai quattro titoli mondiali dei quali conserviamo un simpatico ricordo. 

Nell’intervista concessaci in settimana - e più volte vivisezionata da siti e sitini - il presidente federale Gravina ha invocato l’unità del Paese, temo però che abbia convinto pochissimi italiani, i quali guardano all’appuntamento di marzo con comprensibile timore: pesano assai i precedenti con Svezia e Macedonia del Nord (neanche tutta la Macedonia). 

Infastidito dalle parole dei nostri rappresentanti sull’assegnazione dei posti che ha notevolmente danneggiato le europee, il vendicativo Infantino ha fatto una strappo alla regola del ranking e ci ha retrocessi in quarta fascia, per fortuna ha provveduto il sorteggio ad ammorbidire l’eventuale impatto.  Ciò che mi fa più tristezza però è l’abuso che il sor Gianni fa degli ex campioni del cuore. Si tratta indubbiamente di una strategia di marketing studiata a tavolino (d’oro): prima di ogni evento organizzato dalla Fifa, infatti, i media si riempiono di immagini che ritraggono Ronaldo, Baggio, Ronaldinho, Materazzi, Candela, Bobone, Roberto Carlos, Pepe, Van Nistelrooy, Totti e altri insieme al Sultano di Zurigo. Come se questi volesse dire al mondo: guardate che i vostri idoli sono i primi a credere in me e se ci credono loro che hanno fatto la storia recente del calcio, dovete farlo anche voi. Chissà cosa gli avrà promesso?


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