Si diede fuoco davanti alla polizia: la fine tragica del calciatore tunisino

Le ferite causate dalle ustioni di terzo grado non hanno dato scampo a Nizar Aissaoui
Si diede fuoco davanti alla polizia: la fine tragica del calciatore tunisino
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TUNISI (TUNISIA) - Nizar Aissaoui non ce l'ha fatta: il calciatore tunisino è morto venerdì a causa delle ustioni di terzo grado subite dopo essersi dato fuoco lunedì scorso per protestare contro gli abusi della polizia ed essere stato accusato di terrorismo per una lite di quartiere. "A causa di una lite con una persona che vende banane a 10 dinari, vado in questura e mi interrogano per terrorismo. Terrorismo per una denuncia sulle banane", aveva spiegato il giovane in un video in diretta postato su Facebook pochi secondi prima di recarsi in Questura, dove aveva sporto denuncia contro un commerciante di banane con il quale aveva avuto un diverbio.

Protesta davanti alla stazione di Polizia

Aissaoui, 35 anni ed ex giocatore della squadra dell'Union Sportif di Monastir (Prima divisione tunisina), era padre di quattro figli. Il suo corpo senza vita è stato trasferito questo venerdì dalla Major Burn Unit della capitale alla sua città natale, Haffouz, dove numerosi vicini lo hanno accolto per salutarlo un'ultima volta. Una morta scioccante, che ha portato decine di persona a manifestare davanti alla stazione di Polizia dove Aissaoui si è dato fuoco. Le forze dell'ordine locali hanno fatto ricorso ai gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti, costingendo le attività commerciali della zona a chiudere i battenti. Nel 2018, la morte di un altro giovane - avvenuta in circostanze analoghe - aveva scatenato un'ondata di proteste a Kasserine, sud della Tunisia, contro il degrado delle condizioni di vita in una delle regioni più povere del Paese.


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