Endrick, la lettera al fratellino: "Giocherò nel Real Madrid, non ci mancherà più il cibo"

Il classe 2006 ha avuto un'infanzia tutt'altro che semplice e il calcio gli ha cambiato la vita
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Endrick ha scritto una lettera al fratellino Noah dopo aver segnato il suo primo gol con il Brasile a 17 anni nell'amichevole di Wembely contro l'Inghilterra, proprio come Pelè. Il classe 2006 sarà presto un giocatore del Real Madrid ma la sua infanzia è stata tutt'altro che semplice e il calcio gli ha cambiato la vita.

Endrick: "Vado al Real, la squadra che scelgo alla PlayStation"

Proprio su questo ha calcato la mano nelle righe scritte per The Players’ Tribune, dove ha raccontato la sua infanzia e le mille difficoltà avute dai genitori: "Non so quando leggerai questa lettera, ma in questo momento hai quattro anni e le nostre vite stanno cambiando molto velocemente. Nei prossimi mesi andrò in Spagna a giocare per il Real Madrid, sì, la squadra che scelgo sempre su PlayStation quando mi guardi".

"A 10 anni capii che la nostra situazione era difficile"

"Un giorno ho visto papà piangere. Quando avevo 10 anni, penso che sia stata la prima volta nella mia vita che ho capito che la nostra situazione era difficile. [...] Raschiavamo sempre il minimo indispensabile. Papà dice che mi sono seduto sul divano e gli ho detto: 'Non preoccuparti. Diventerò un calciatore e ci porterò fuori da questa situazione' ".

"La mamma dormiva per terra"

"Mia madre ha lasciato casa per seguirmi all'accademia del Palmeiras. [...]  Tutto quello che aveva in quel posto era una sedia. Ci metteva sopra la borsa e, quando andavamo a letto, dormiva su un materassino steso per terra. Un giorno ha chiamato papà e ha detto: 'Douglas, ho fame... non so cosa fare'. I soldi non sarebbero bastati fino al giorno dopo ma per fortuna trovo degli spiccioli in borsa. Andò al supermercato e comprò del pane vecchio di due giorni. E se glielo chiedi adesso, ti dirà che aveva un sapore incredibile. Dice che la fame è una sensazione molto strana e fa sì che anche il pane raffermo abbia un sapore paradisiaco. Ad essere sincero, vorrei non dovertelo dire, perché la fame non è una buona cosa. Spero che tu non lo sperimenterai mai, come ha fatto la mamma. Ma è una parte importante della nostra storia. La prossima volta che la vedi, abbracciala e dille grazie, perché senza i suoi sacrifici non avremmo la vita che abbiamo oggi".

"Non avevamo il frigo pieno come oggi"

"Non vivevamo in un appartamento lussuoso come adesso. Non avevamo il frigo pieno degli yogurt che ami così tanto. [...] Negli anni a venire sentirai tutto della nostra vita dagli altri e diranno che era tutto dolore e miseria. Ma la verità è che ho vissuto un'infanzia meravigliosa, grazie a Dio e grazie a tutto ciò che mamma e papà hanno sacrificato. E grazie al calcio, ovviamente".


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