De Zerbi, durissimo sfogo: “Divento pazzo, se il problema sono io me ne vado"

Dopo la sconfitta interna con l'Auxerre, l'allenatore dell'Olympique Marsiglia ha risposto così ai giornalisti presenti
De Zerbi, durissimo sfogo: “Divento pazzo, se il problema sono io me ne vado"
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Dopo la pesante sconfitta interna con l'Auxerre, capace di imporsi al "Vélodrome" con il punteggio di 1-3, Roberto De Zerbi si è lasciato andare ad un durissimo sfogo nel post partita. Marsiglia secondo alle spalle del Paris Saint-Germain, ma reduce da due ko nelle ultime tre apparizioni.

De Zerbi: "Io non scappo, ma se il problema sono io me ne vado"

In conferenza stampa, al termine di Marsiglia-Auxerre, Roberto De Zerbi ha risposto in maniera particolarmente stizzita ad alcune domande sul momento dell'Olympique, ora a -6 dal Psg con una partita in più: "Chiaramente io non scappo, le cose le dico con sincerità. Se il problema sono io me ne vado - ha tuonato -. Io vivo di calcio, i soldi sono sempre venuti dopo e ora non sto riuscendo a dare ai miei giocatori la parte più importante: il cuore e la passione. L'ho detto anche al ds Benatia e al Presidente Longoria. Sono pronto a lasciare il contratto e ad andarmene". E poi ha aggiunto: "Mi prendo le responsabilità di ciò che sta succedendo. In casa abbiamo delle difficoltà, di personalità e di coraggio. Io sono venuto qui per giocare al Vélodrome, ma non riesco a trasferire ai ragazzi la personalità per giocare in questo stadio. Probabilmente è colpa mia e divento pazzo perché non ci riesco. Ci vuole qualcosa in più, da parte di tutti, per andare in campo come kamikaze, senza farsi domande e senza farsi venire dubbi".

De Zerbi: "Secondo posto? Non me ne frega un ca**o"

E sull'attuale classifica, De Zerbi non usa mezzi termini, pensando al percorso e all'evoluzione del suo progetto tecnico: "Secondo posto? Non me ne frega un ca**o. Non sono venuto qui per un 2° posto, un 3° o un 4°. Non vivo per la vittoria. Voglio dare a chi alleno qualcosa che vada oltre il risultato. I soldi non mi cambiano la vita, ma la gratitudine per il lavoro che faccio sì".


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