Amelia racconta il suo Chelsea: «Conte, ecco cosa ti aspetta»

Il portiere arrivano a ottobre si è subito ambientato nello spogliatoio: «Terry capitano vero, Diego Costa il più simpatico, Hazard come Messi, Willian un fenomeno»
Amelia racconta il suo Chelsea: «Conte, ecco cosa ti aspetta»© Getty Images
Francesco Guerrieri
5 min

“Il cielo è azzurro sopra Berlino”. Sembra ieri eh... Coppa bella alta e Italia Campione del Mondo. Marco Amelia è stato uno dei giocatori che hanno trionfato in Germania nel 2006, e oggi ha portato tutta la sua esperienza nello spogliatoio del Chelsea: «Qui si sta benissimo, è un ambiente costruito per sentirsi al top. Ho vissuto una realtà diversa e gestita alla grande».

Come vivono lì il calcio?

«In maniera meno esasperata, grande passione ma limitata solo alle partite. Si può imparare qualcosa da loro, anche dal punto di vista dell’ordine pubblico».

Che stagione è stata?

«Sono arrivato a campionato iniziato che c’era già qualche difficoltà. Difficile recuperare punti, soprattutto quest’anno con tante sorprese. Per una squadra che ha vinto tutto negli ultimi anni, è anche normale avere un calo fisiologico».

Che esperienze sono state alla Lupa Castelli e al Rocca Priora?

«Alla Lupa ero presidente onorario, l’ho aiutata ad iscriversi altrimenti sarebbe fallita, ma poi ci sono stati problemi con chi la gestiva e mi sono fatto da parte. Contento di averla salvata e che adesso sia in buone mani. A Rocca Priora volevo dare la possibilità ai ragazzi di avvicinarsi al calcio».

Com’è nata l’idea di trasferirsi al Chelsea?

«Dopo l’infortunio di Courtois ho mandato un messaggio allo staff di Mourinho e lui mi ha chiamato subito. L’avevo conosciuto a Milano, mi aveva fatto immediatamente una buona impressione. Mi ha detto di andare a Londra e quando hanno visto che a livello fisico stavo bene mi hanno preso».

Pensava di esordire?

«Non sono andato per giocare, ero lì in caso di difficoltà. In otto mesi ho lavorato con due degli allenatori più bravi della storia del calcio, ho imparato molto e sono felice, perché mi piacerebbe diventare allenatore».

Che tipo è Mourinho?

«Ha una passione contagiosa e quella motivazione che ti porta a dare il massimo».

Qual è il giocatore con il quale ha legato di più?

«Ho un ottimo rapporto con tutti, ma Terry è stato il primo ad accogliermi nello spogliatoio. E’ un capitano vero, dà l’esempio in tutto».

Il giocatore che l’ha impressionata?

«Willian. Dal vivo mi sono accorto che è fenomenale. La conferma è Hazard, per me è allo stesso livello di Cristiano Ronaldo e Messi. Mi ricordo quando l’ho visto in campo a 17 anni in un Genoa-Lilla, già mi aveva fatto impressione».

Quello che fa più ridere?

«Diego Costa. Sdrammatizza sempre, un trascinatore. E’ stato creato un caso quando lui aveva lanciato il fratino in panchina, ma in realtà stavamo solo giocando tra di noi in panchina».

Conte l’ha sentito?

«Certo. Gli ho dato il benvenuto dopo l’ufficialità. L’ho trovato molto motivato e, per ora, focalizzato all’Europeo. E’ un allenatore vincente, e il gruppo è già predisposto a fare quello che vuole lui. I compagni mi chiedono qualcosa su di lui, ma io non ci ho mai lavorato».

Cosa dicono a Londra di lui?

«Qui a Londra gli italiani sono visti molto bene. Tutti ancora si ricordano di Zola, Vialli, Di Matteo, Cudicini, Ranieri e Ancelotti. Sono tutti motivati per fare bene e tornare a vincere subito il campionato. Poi quest’anno tutta l’Inghilterra vive una ventata di italianità»

Come cambierà il Chelsea con lui?

«La sua mentalità vincente si sposa bene con al filosofia del club. Per lui parlano i risultati. La squadra è piena di campioni, bisogna lavorare sulla testa e sul fattore psicologico».

Che impresa è stata quella del Leicester?

«Risultato incredibile. Con il Chelsea fuori, ho tifato per Ranieri. E’ un esempio vincente di progettualità. E’ una società solida a livello economico, che ha scelto un allenatore di grande esperienza. Ranieri ha avuto grandi meriti sia dentro che fuori dal campo, mi sono complimentato con lui quando ci abbiamo giocato contro»

Che farà il prossimo anno?

«Ancora presto, a luglio inizierò a pensarci. Intanto sono contentissimo di come aver vissuto questa esperienza. Sono arrivate chiamate dall’Italia, serie A e B, ma se ci fosse la possibilità, mi piacerebbe rimanere e far parte di questo progetto».

@francguer (https://twitter.com/francguer1)


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