Everton, Ancelotti: "Società ambiziosa e con tradizione. Kean? Lo volevo al Napoli"

L'ex allenatore del Napoli ha tenuto la sua prima conferenza stampa da tecnico dei Toffees: "Vogliamo migliorare e essere competitivi in Premier League"
Everton, Ancelotti: "Società ambiziosa e con tradizione. Kean? Lo volevo al Napoli"© Getty Images
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LIVERPOOL (INGHILTERRA) - È giorno di presentazione per Carlo Ancelotti. Dopo aver assistito dalla tribuna al pareggio tra Everton e Arsenal, inizia ufficialmente la sua esperienza sulla panchina dei Toffees. La brutta parentesi con il Napoli è alle spalle, adesso è il momento di pensare alla sua nuova squadra. Per il tecnico italiano si tratta di un ritorno in Premier League: dal 2009 al 2011 infatti è stato alla guida del Chelsea, vincendo Community Shield, campionato ed FA Cup. Di seguito le parole di Ancelotti durante la presentazione nella sala stampa dell'Everton: "Sono venuto qui per l'ambizione del club e la sua storia. La tradizione, l'atmosfera creata dai tifosi. E poi c'è la volontà di migliorare, crescere e diventare una grande squadra. Queste sonno le ragioni che mi hanno spinto a scegliere l'Everton".

Quali sensazioni prova a essere qui? 

"Sono stati tutti molto gentili con me, dal presidente ai tifosi. Ieri è stata una giornata molto piacevole. Ho avuto modo di vedere la squadra e di farmi una prima idea. Oggi inizieremo a lavorare con tanta voglia, sono emozionato e voglio provare a far crescere il gruppo, ad essere più competitivo e dare gioia ai proprio sostenitori. È troppo tempo che questa squadra non vince qualcosa, noi ci proveremo anche se ovviamente non è una cosa che si può fare dal giorno alla notte. Idee e obiettivi chiari ci aiuteranno a migliorare sempre di più".

Che cosa pensa del livello della squadra? 

"Questa squadra ha un mix di giovani e giocatori esperti, quindi una buona base dalla quale partire. Possiamo ovviamente migliorare, ma ora ci aspetta un periodo con partite ravvicinate, tutte importanti per la nostra classifica. Poi ci sarà tempo per pensare alla rosa. Al momento contano solo i risultati, poi verrà tutto il resto".

Quali sono gli obiettivi del suo Everton? 

"Vogliamo essere competitivi in Premier League, questo credo sia già abbastanza. Dobbiamo crescere, il club vuole costruire un nuovo stadio e questo credo significhi che la società è molto ambiziosa".

Ha parlato con Zlatan Ibrahimovic? 

"È un buon amico. Ho avuto la fortuna di allenare tanti giocatori fantastici. Ha concluso la sua esperienza in MLS, ma non so quale sia la sua idea per il futuro. Dovrei chiamarlo e magari lo farò. Se vuol venire a Liverpool per divertirsi venga pure, ma non per giocare".

Cosa pensa di Moise Kean? 

"Lo volevo prendere quando ero al Napoli, prima che firmasse per venire qui. È un calciatore fantastico, non dimentichiamoci che ha solo 19 anni. Dobbiamo aspettarlo e lavorarci, perché ha qualità da top player".

Cosa chiederà alla squadra? 

"Il nostro obiettivo è quello di giocare un bel calcio. I tifosi sostengono la squadra e questo è molto positivo. A lungo termine vogliamo tornare a essere competitivi in Premier, un campionato dove ci sono tante grandissime squadre. Siamo molto ambiziosi: vogliamo essere competitivi nel campionato inglese e in futuro anche in Europa".

Il suo score contro il Liverpool è molto positivo...

"Saranno contenti i tifosi dell'Everton (ride, ndr.). Col Napoli ho battuto il Liverpool quest'anno, sono un grande avversario e anche per questo motivo le nostre motivazioni saranno ancora più forti. Per fortuna non dovremo aspettare molto visto che giocheremo il 5 gennaio".

Cosa pensa della storia e del passato dell'Everton? 

"Tradizione e storia. Anche al Psg il progetto era molto interessante, credo che la situazione sia abbastanza simile: mi piacciono le squadre ambiziose e che hanno un'idea chiara su come arrivare al proprio obiettivo".

La sua presenza può aiutare sul mercato? 

"Non lo so, non sono abituato a ragionare da solo, voglio parlare con la società. A volte è successo che un giocatore volesse venire dove ero io, ma non so se succederà anche qui".

Il razzismo nel calcio? 

"Un problema diffuso. Lo scorso anno ho fatto una grande battaglia a Napoli quando Koulibaly fu offeso a San Siro. Dobbiamo essere forti, il calcio non può permettere certi comportamenti nei confronti dei calciatori".

Il suo sogno? 

"Portare l'Everton nelle posizioni di vetta della Premier il più velocemente possibile".

 


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