MANCHESTER (REGNO UNITO) - Pep Guardiola difende il Manchester City, al centro di un'indagine della Premier League. Al club sono state contestate oltre cento violazioni, tra sponsorizzazioni gonfiate e stipendi. "Siamo già stati condannati. Quello che è successo questa settimana è la stessa cosa che è successa con la Uefa: siamo stati condannati, e ora siamo accusati ancora. Il club ha già dimostrato di essere innocente. Bisogna capire che i 19 club di Premier League ci stanno accusando senza darci l’opportunità di difenderci. Sapete da che parte sto", ha detto in conferenza stampa. Guardiola ha ribadito davanti ai cronisti: "Siamo fortunati a vivere in un paese meraviglioso dove tutti sono innocenti fino a prova contraria. Non abbiamo avuto questa opportunità. Siamo già stati condannati. Cosa succederà non lo so. Personalmente sono felice che siamo qui. Penso che abbiamo buoni avvocati. Penso che la Premier League sia supportata da 19 squadre e anche lei avrà buoni avvocati. Nel caso in cui non fossimo innocenti, accetteremo ciò che decide il giudice, ma cosa succederà se nella stessa situazione in cui ci siamo trovati con la Uefa saremo innocenti? Chi ci risarcirà da questo danno?".
"Siamo soli contro 19 club"
"Qui non si tratta di avere amici o nemici - ha continuato Guardiola - ma solo parti interessate. Sento le stesse accuse che ci erano state rivolte al tempo dell'indagine Uefa: ci dicevano che dovevamo essere esclusi dalla Champions, o andare in League Two". A proposito del rischio retrocessione: "Ci siamo già stati nelle serie inferiori e ritorneremo se ci manderanno lì. Torneremo ne sono sicuro, ma dobbiamo aspettare. La Premier League non può decidere. Faremo quello che abbiamo fatto con la Uefa. Il mio futuro? Non mi muovo da questo posto, ve lo assicuro. Voglio restare più che mai. Dopo tanti, tanti anni in Premier League non voglio andarmene. Siamo soli contro 19 squadre, ci sono 19 club che non ci aiuteranno. Abbiamo vinto la Premier League la scorsa stagione sul campo. Ci difenderemo dalle accuse. Se accadrà, lo accetteremo. Ma come con la Uefa ci difenderemo".