Bergamaschi show: grinta, cuore e polmoni

Figlia d’arte, a 18 anni era in Svizzera, adesso è una bandiera del Milan: e può ricoprire tutti i ruoli. La sua rete all’Islanda tiene vive le speranze dell’Italia
Bergamaschi show: grinta, cuore e polmoni© EPA
Giorgio Marota
4 min

A casa Bergamaschi ci sono i cimeli di papà Giuseppe, ex calciatore professionista che si è affacciato fino alla Serie B, e le foto della piccola Valentina. Due di questi scatti raccontano tanto di lei: in uno la bambina ha gli occhi tristi e indossa un tutù, nell'altro ha un pallone tra i piedi e il sorriso dei giorni migliori. Lì è cominciata la sua storia. Erano i tempi dell'FC Cavarate, squadra della provincia di Varese, dove l'attuale capitana del Milan femminile ha mosso i primi passi calcistici insieme ai maschi.  

Il gol decisivo all'Europeo

Il gol che tiene vivo il sogno dell'Italdonne all'Europeo l'ha segnato proprio la ragazza di Laveno-Mombello cresciuta sulle rive del Lago Maggiore, 164 cm di esplosività e tecnica, una di quelle giocatrici che Milena Bertolini non toglie mai dal campo (180' nelle prime 2 partite), conosciuta per avere un cuore grande così e due polmoni d'acciaio. Ironia del destino, è stato proprio un polmone un po' problematico a portarla sulla via del pallone: a 7 anni la piccola Bergamaschi si ammalò alle vie respiratorie e dopo aver vissuto quello che lei oggi chiama «un periodo buio», grazie al suggerimento di un medico («fai uno sport dove puoi correre all'aria aperta»), si è dedicata al calcio. A 17 anni s'è rotta il crociato, a 18 è volata in Svizzera, poi è diventata una bandiera rossonera passando dal Brescia. Sembra aver vissuto tante vite Valentina, ma ha solamente 25 anni e una carriera radiosa davanti.  

Bergamaschi, il siparietto con Bertolini

Bergamaschi (con quattro gol la miglior marcatrice dell’Italia 2022) è nata centravanti, poi si è spostata sempre di più sulla fascia fino a farsi apprezzare come terzino. Così ha conquistato la Nazionale maggiore, nel 2016, con Cabrini in panchina. Col tempo, Bergamaschi è diventata talmente duttile che viene utilizzata su tutta la corsia: contro la Francia ha giocato ad esempio ala offensiva nel tridente (4-3-3), due giorni fa in Italia-Islanda si è mossa come esterno di centrocampo nel 4-4-2. E la rete del pareggio dopo l'iniziale vantaggio di Vilhjalmsdottir - fondamentale per salvare l'Italia dall'eliminazione - l'ha cercata con la rabbia e la determinazione di una punta, tagliando tutto il campo e andando a raccogliere il cross di Bonansea dalla sinistra. A fine partita c'è stato anche un siparietto divertente con la Ct Bertolini: «Vedi? - le ha detto - Faccio bene a farti allenare da terzino così quando vai avanti hai talmente tanta voglia di giocare lì che segni pure!». Ora si decide tutto contro il Belgio, lunedì alle 21, nella speranza che l'Islanda non batta la Francia. L'Italia neo-professionista - l'esterno del Milan è tra le ragazze che si sono esposte maggiormente per questo diritto, autodefinendosi «una pioniera» - ha quasi un match point tra le mani, ma non può permettersi altri passi falsi. «Cuore, sacrificio e unione purtroppo non sono bastati - ha scritto ieri su Instagram la calciatrice azzurra, caricandosi già per il prossimo match - sicuramente saranno fondamentali per andarci a prendere la qualificazione lunedì. Recuperiamo forza e concentrazione per dare tutto contro il Belgio». Gli ascolti delle partite dell’Italia continuano a essere ottimi. Sono stati più di 2,5 milioni i telespettatori che hanno sostenuto le azzurre nel secondo match, per uno share complessivo su Rai e Sky del 18,02%.


© RIPRODUZIONE RISERVATA