Intervista Serturini: "Siamo ambiziose: Italia, vincile tutte!"

È partito il Mondiale, il secondo in carriera per l’esterno giallorosso: "Non mi accontento di fare solo 3-4 gare"
Intervista Serturini: "Siamo ambiziose: Italia, vincile tutte!"© AS Roma via Getty Images
Giorgio Marota
4 min
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«Non vedo l’ora che arrivi questo benedetto lunedì» dice Annamaria Serturini, mentre ad Auckland è appena scoccata la mezzanotte e quel sogno Mondiale - il secondo di fila per lei - si avvicina. Mancano poco più di 72 ore a Italia-Argentina e l’esterno d’attacco della Roma, campionessa d’Italia, ci arriva con entusiasmo e determinazione. Milena Bertolini, la ct che l’ha lanciata prima in Serie A (a Brescia) e poi in Nazionale l’ha trasformata in un punto fermo di questo gruppo. 

Serturini, due Mondiali a 25 anni: tanta roba no? 
«Sto provando un’emozione unica, mi sento fortunata, è una cosa davvero rara».

Le sensazioni sono le stesse di quattro anni fa? 
«Sono migliori, anche se adesso la testa è meno libera»

È il peso della responsabilità? 
«Nel 2019 l’Italia era una sorpresa ed è arrivata ai quarti, ora c’è la giusta pressione».

L’obiettivo è passare il girone? 
«Il mio no: io voglio vincere».

Una bella ambizione. 
«Io non voglio perdere neppure a carte, figuriamoci se posso andare a giocare un Mondiale e pensare “faccio tre, quattro partite e poi torno a casa”. Il 20 agosto c’è la finale, non penso ad altro. Dobbiamo riscattarci da un Europeo non all’altezza».

Lei parla al plurale, ma a Euro 2022 non fu convocata. 
«Certo, perché mi sento parte di questa famiglia. Mi è dispiaciuto tantissimo non esserci, avevo fatto una grande stagione nella Roma. È stata una delusione, ma dal giorno dopo mi sono rimboccata le maniche». 

E con la Roma ha vinto.  
«Togliere lo scudetto alla Juve dopo un lungo dominio è stato incredibile. Abbiamo vinto la Supercoppa, siamo arrivate in finale di Coppa e ai quarti di Champions. E ho segnato al Barcellona: il 29 marzo, data indelebile per me come il 29 aprile, il giorno del tricolore» 

Lo sa che il 29 luglio c’è Svezia-Italia? 
«Magari segno ancora! Il numero 29 è tatuato sulla mia pelle sotto la scritta “Amor”, cioè Roma al contrario»

La Roma continuerà a vincere? 
«Quando sono arrivata, Bavagnoli mi disse che ci sarebbe voluto tempo. Forse abbiamo bruciato le tappe, ma vogliamo subito confermarci». 

Quanto spazio pensa di avere in questa Italia? 
«Spero tanto. Nel 4-3-3 posso fare l’esterno alto, ma anche il terzino o il quinto».

L’Argentina lunedì, poi la Svezia e infine il Sudafrica il 2 agosto. Che livello vi aspettate? 
«Altissimo e ho già studiato le avversarie, infatti quando smetterò vorrei fare lo scout. L’Argentina è forte fisicamente e ha una tigna fuori dal comune. La Svezia è n.3 del mondo, ma non poniamoci limiti. Il Sudafrica è una squadra veloce e atleticamente molto intensa».

Il suo idolo? 
«Cristiano Ronaldo e Nadal. In loro vedo la perfezione costruita con il lavoro»

E nel femminile? 
«Rapinoe. L’ho vista pochi giorni fa e stavo per svenire. Mi sono fatta autografare il suo libro. Sarebbe bello sfidarla agli ottavi. Ha anche il mio stesso numero, il 15».

L’ha scelto per lei? 
«L’ho sempre avuto da quando a 4 anni, nel mio paesino Gorno, ho iniziato a giocare coi maschietti. Poi sono diventata capitano e non l’ho più lasciato».

Fin qui abbiamo guardato avanti. Dietro cosa c’è? 
«La mia voglia di emergere, i sacrifici fatti da mamma e zio per portarmi ai primi allenamenti con la squadra femminile a 40’ da casa. Penso alle lotte di questi anni per avere delle tutele, e alle bambine che oggi hanno una strada più sicura da intraprendere». 


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