Il gesto clamoroso ai Mondiali femminili: le calciatrici Usa non cantano l'inno. Ecco il motivo

Ancora una volta la nazionale a stelle e strisce si prende le copertine per i suoi gesti di protesta
Il gesto clamoroso ai Mondiali femminili: le calciatrici Usa non cantano l'inno. Ecco il motivo
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ROMA - La squadra di calcio femminile degli Stati Uniti, ancora una volta, ha catalizzato su di sé le attenzioni mediatiche. Lo sta facendo regolarmente nel corso dei Mondiali in Nuova Zelanda e Australia, con i suoi gesti dimostrativi durante la riproduzione dell'inno nazionale prima delle partite, compresa l'ultima contro il Portogallo. Le campionesse in carica sono state accusate di mancanza di rispetto nel match giocato contro il Vietnam, quando 6 delle 11 calciatrici sono rimaste in silenzio e non si sono messe le mani sul cuore durante l'inno.

Stati Uniti, la protesta ai Mondiali continua

Stavolta, mentre tre di loro - tra cui l'attaccante Alex Morgan - sembravano borbottare l'inno, altre quattro - Morgan, Julie Ertz, Alyssa Naeher e Lindsey Horan - si sono messe la mano sul cuore, ma senza cantare. Tutte le altre sono rimaste immobili e in silenzio. Impossibile non pensare al precedente del 2016, quando la leggenda Megan Rapinoe si è inginocchiata per protestare contro la brutalità razzista della polizia. Era stata proprio lei a dire che non avrebbe mai più messo la mano sul cuore e non avrebbe mai cantato l'inno nazionale, sia per quel motivo, sia per via della sua vecchia battaglia per l'equiparazione dei salari femminili a quelli del calcio maschile. Il suo esempio (anche se adesso non è tra le titolari) sta proseguendo anche a distanza di anni.


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