Roma, a che serve il Faraone?

In arrivo El Shaarawy. Si aggiunge a Salah, Florenzi e Iago Falque. Via Gervinho, finora tra i migliori, ma le priorità sono altre
Roma, a che serve il Faraone?© ANSA
Antonio Barillà
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ROMA - Non ci sono firme né annunci, ma il futuro giallorosso di Stephan El Shaarawy sembra scritto. La Roma e il Milan hanno raggiunto l’accordo, lui ha dato l’assenso entusiasta: avrà l’opportunità di tornare Faraone e afferrare il sogno europeo in maglia azzurra. Sicuri, però, che sia una mossa giusta? Davvero, per ritoccare la squadra di Spalletti, strutturarla meglio in vista d’una vitale rimonta, era opportuno cominciare da un attaccante esterno, ruolo ampiamente coperto da Salah, Iago Falque e pure da Florenzi, non casualmente avanzato dal nuovo allenatore nella domenica del suo debutto in panchina? Non era meglio cominciare da un difensore aggiunto, invocato da più parti e suggerito dal buon senso? Nel cuore dell’area la necessità d’un rinforzo è evidente, complice il recupero lento e faticoso di Castan, invece il primo colpo di gennaio finirà per affollare il reparto offensivo. O forse no, perché andrà via Gervinho, e anche qui mal si comprende tanta fretta: nel primo scorcio di stagione, quando la Roma convinceva e vinceva prima di precipitare in una crisi senza fondo, solo Manolas aveva conteso all’ivoriano la palma di calciatore simbolo, continuo e determinante. Il tutto mentre El Shaarawy stentava al Monaco, fino a spingere il club francese a non esercitare il riscatto e il Milan a ricollocarlo senza valutare il rilancio. Sia chiaro, il ragazzo ha qualità nitide che non possono essersi smarrite: faranno certamente la fortuna del club capace di restituirgli fiducia. Semplicemente, in questa Roma sarà un optional, una scommessa che poteva essere evitata, un’operazione accelerata senza ragione a dispetto di altre priorità. E si badi che nemmeno s’intravvede vantaggio economico, costando il prestito 2 milioni e il riscatto 13. Scontata l’obiezione: non c’è obbligo d’acquisire il cartellino. Ancor meno, però, si comprende il perché dell’innesto, e comunque pure 2 milioni hanno un peso, a meno che non sia cambiato qualcosa rispetto ai conti fatti per Garcia: il tecnico ha resistito, incollato alla panca, anche per praticissimi calcoli economici. Oltretutto, nemmeno c’è più la Coppa Italia: e allora sicuri che valga la pena investire tanto in un ruolo coperto e per due sole competizioni?


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