© ANSA Calciomercato Inter, con Mancini è gelo in casa
EUGENE (STATI UNITI) - Il primo giorno da separati in casa è lungo e stancate perché inizia nella notte di Eugene e prosegue nella mattinata di New York. In mezzo un viaggio lungo oltre 7 ore e un allenamento annullato (a Montclair State University) non perché Mancini è stato licenziato o perché ha rassegnato le dimissioni, ma perché i giocatori sono esausti e non era possibile trovare uno slot per atterrare prima nella Grande Mela. Ieri sera, al momento di andare in stampa, il Mancio era ancora in sella. Non saldo, ma comunque il titolare della panchina era ancora lui. Di certo, però, questa situazione di incertezza, questo muro contro muro, questa guerra di nervi, non potrà continuare a lungo. Perché la squadra naviga in un mare agitato e la società non può fare un investimento sul mercato perché se poi arrivasse un altro “coach” un eventuale acquisto (riferimento a Candreva) andrebbe bene?
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SERVE UNA RISPOSTA - Ieri nell’hotel che ospita la squadra si sono susseguite le riunioni. Thohir, arrivato due ore prima dei giocatori con un volo privato insieme ai familiari, ha parlato a lungo con Bolingbroke e con il vice presidente Zanetti, atterrato dall’Argentina dove ha parlato di Mancini e di Simeone a “La Nacion”: «Adesso abbiamo Mancini e per rispetto suo e del suo lavoro non è giusto fare il nome di un altro tecnico. Se il Cholo ha detto che gli piacerebbe allenare l’Inter è una bella cosa: magari il suo cammino in futuro si incrocerà con il nostro. Icardi? Resterà». È chiaro che l’Inter deve tenersi un piano B, un sostituto di Mancini da arruolare nell’immediato, indipendentemente dal “fascicolo Simeone 2017”. De Boer piace a Thohir, ma i profili esaminati sono molti: da Pellegrini a Prandelli passando per Villas Boas e per il Loco Bielsa. Prima però c’è da rivolvere il caso Mancini e già oggi potrebbe essere una giornata importante perché nel colloquio di sabato, nel quale le idee del tecnico e della dirigenza si sono “scontrate”, Thohir e Bolingbroke hanno chiesto una risposta. Dal Mancio vogliono sapere se è disposto ad andare avanti con il progetto che la società gli è stato spiegato a maggio. In caso contrario si aspettano le sue dimissioni. La riflessione dovrebbe durare 2-3 giorni e i tempi sono maturi per un sì o un no.
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