ROMA - Un mercato in entrata mai visto. E se Inzaghi dovesse qualificarsi per la Champions sarà ancora più ricco. Sessantacinque milioni di euro preventivati per rinforzare in estate la Lazio, al netto del piazzamento tra le prime quattro e della possibile cessione di Milinkovic per una proposta stellare.
Perché Lotito, nelle estati in cui ha speso di più e doveva rispondere alle contestazioni, non ha mai investito più di 30 milioni per campagna acquisti e ha sempre ammortizzato l’esposizione con una cessione pesante. Accadde nel 2014 quando riscattò Candreva, prese Basta dall’Udinese, scoprì De Vrij nel Feyenoord prima del Mondiale e acquistò Parolo dal Parma pochi mesi dopo aver ceduto (a un anno e mezzo dalla scadenza) Hernanes all’Inter. Più o meno lo stesso è successo due anni dopo, nel 2016: Tare prese Immobile dal Siviglia, Luis Alberto dal Liverpool, Lukaku dall’Ostenda, Bastos dal Rostov e Wallace dallo Sporting Braga ma aveva ceduto Candreva all’Inter e Onazi al Trabzonspor. Nel 2015, nonostante le offerte per Biglia, Felipe e De Vrij, la società decise di resistere alla tentazione di vendere, confermò tutti i big e prese solo Milinkovic e Kishna salvo poi fallire l’ingresso in Champions ai preliminari. L’estate scorsa i ritocchi determinanti di Leiva e Marusic, più Caicedo, la fiducia riposta e ben ripagata sui giovani Strakosha e Luiz Felipe, a fronte di cessioni pesantissime e remunerative (Biglia, Keita, Hoedt) che però consentiranno di riprogrammare il futuro con una tranquillità e una disponibilità mai avuta in precedenza. Di solito il fatturato della Lazio, in assenza di cessioni, non consentiva di superare i 15-20 milioni per la campagna acquisti.
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