Yaya Touré: «A Guardiola non piacciono gli africani»

Il centrocampista ivoriano contro il tecnico spagnolo: «Mi ha mancato di rispetto, sono arrivato a chiedermi se il suo comportamento fosse causato dal colore della mia pelle»
Yaya Touré: «A Guardiola non piacciono gli africani»© Getty Images
Simone Zizzari
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ROMA - «Guardiola finge di non avere problemi con gli africani». Boom. Yaya Tourè entra a gamba tesa sul suo tecnico. Lo fa senza remore e senza filtri, come fosse una cosa da poco. «Sono arrivato a chiedermi se il suo comportamento verso me non fosse a causa del colore della mia pelle, so che di non essere l'unico ad essermi posto questa domanda. Ad esempio qualche giocatore del Barcellona si è chiesto lo stesso. Forse noi africani non siamo trattati da alcuni allo stesso modo degli altri», ha detto il centrocampista 35enne a France Football. Parole molto pesanti che certificano un rapporto tutt'altro che solido fra i due. Un noto proverbio cinese recita: "Ci sono tre verità, la mia verità, la tua verità, e la verità". Potrebbe essere proprio questo il caso. 

Uno dei motivi che avrebbero spinto l'ivoriano ad uscirsene in questo modo sono le misere 17 presenze accumulate nella stagione appena finita. Un bottino ridicolo per un calciatore del calibro di Touré che con il Manchester City non vuole avere più nulla a che fare. «Prendete il caso Bony (Wilfried, oggi allo Swansea), è stato escluso dal City in un modo brutale. Il giorno in cui allenerà una squadra nella quale ci sono cinque africani non naturalizzati gli manderò una torta...». 

Finita qui? Macché. Il sequel è ancora più assurdo. Sentite quando Touré racconta la peggiore umiliazione subita in stagione... «Ero il vice-capitano e, davanti a tutti, dice: 'Non ti vedo motivato. Se non vuoi restare, vai dai proprietari per sistemare la situazione'. Una mancanza di rispetto assoluta, un qualcosa di insopportabile. Ho l'impressone che Pep, il quale non ha né riconoscenza né rispetto, abbia fatto di tutto per rovinare la mia ultima stagione. Era come fosse geloso di me, mi vedeva come un rivale. E ora voglio distruggere il suo mito», ha concluso Touré. La guerra può continuare.


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