© BartolettiMILANO - A quarantotto ore dal no di Barella all’offerta della Roma, la trattativa per il passaggio del centrocampista sardo all’Inter non è ancora ripartita. Il presidente Giulini si trova all’estero, mentre ieri non sono stati fissati appuntamenti tra il ds del Cagliari Carli e i dirigenti nerazzurri, concentrati sulle vicende Dzeko e Lukaku. Anche Barella però rimane una priorità, la pedina che sistemerebbe una mediana nella quale Joao Mario, Borja Valero e Nainggolan hanno le valige pronte a dispetto della sbandierata volontà dei diretti interessati di non lasciare Milano. E l’arrivo di Sensi da solo certo non basta a sistemare tutto... Con la Roma che non è ancora definitivamente tagliata fuori, ma che ha capito che i margini per un ripensamento del calciatore sono piuttosto esigui (per non dire inesistenti), l’ago della bilancia dell’affare Barella adesso pende decisamente dalla parte dell’Inter anche perché il centrocampista ha espresso (forte e chiara) la sua preferenza per il trasferimento a Milano e con questa mossa ha fatto finire in fuorigioco prima il Napoli (qualche mese fa) e nelle ultime ore pure la società di Pallotta.
Il gradimento totale di Nicolò all’Inter però da solo non basta perché il gap tra l’offerta presentata dalla Roma al Cagliari e quella illustrata da Marotta a Giulini è troppo grande: Fienga e Petrachi hanno raggiunto la famosa quota 50 (milioni) che il club sardo ha posto come condizione indispensabile per la cessione del cartellino del suo gioiello; gli uomini mercato di Steven Zhang invece sono arrivati tra parte fissa (36 milioni) e bonus (4) a… 10 milioni dalla meta. Un po’ troppi per sperare nella fumata bianca. Almeno che non vengano alzati di qualche milione i bonus e che non sia inserito il prestito di un calciatore (Dimarco? Eder? Bastoni?).
LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO SULL'EDIZIONE ODIERNA DEL CORRIERE DELLO SPORT