Petrachi, il mercato e poi l’addio alla Roma

Il Coronavirus ha ritardato un divorzio sempre probabile: troppi i contrasti interni
Petrachi, il mercato e poi l’addio alla Roma© LAPRESSE
Roberto Maida
3 min

ROMA - Il ritorno in sella di Baldini non c’entra. C’entrano invece le tensioni interne alla Roma che il suo carattere ha provocato, insieme a qualche scelta gestionale poco azzeccata. Il risultato: Gianluca Petrachi è tornato in bilico. Non nell’immediato. Anzi, sarà sicuramente lui a condurre il complicato mercato (di settembre?) che dovrà alleggerire i conti della società e costruire una squadra competitiva per la Champions League. Ma poi con ogni probabilità arriverà il divorzio.

I comportamenti di Petrachi e lo sfilacciamento

Senza lo stravolgimento mondiale determinato dalla pandemia, Petrachi sarebbe già saltato. Perché in queste porte scorrevoli un po’ difettose la Roma sarebbe stata comprata da Friedkin, che a sua volta avrebbe imposto un nuovo management con un altro direttore sportivo. L’immobilismo insomma ha consentito a Petrachi di guadagnare tempo e di riorganizzarsi. Ma non di riconquistare la fiducia incondizionata di Fienga e di altre figure importanti della Roma. In pochi, a dire il vero, hanno approvato i suoi metodi sin dal principio. Non solo in ambito mediatico, dove Petrachi ha messo più volte in imbarazzo la società, ma anche nei comportamenti di politica interna. Uno su tutti, l’ingresso nello spogliatoio di Reggio Emilia tra il primo e il secondo tempo di Sassuolo-Roma, rivelatosi sgradito a tutti: dirigenti, Fonseca, giocatori.

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