Bologna, è un mercato da crisi di governo

A Casteldebole ci si divide: chi non vuole chiedere soldi alla proprietà e chi vuole rinforzarsi. Il nodo è il centravanti
Bologna, è un mercato da crisi di governo© LAPRESSE
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BOLOGNA - Casteldebole come Palazzo Madama, con una sostanziale differenza: nel governo del Bologna non si litiga, ci sono solo idee diverse tra i “senatori”. Certo, ci riferiamo al mercato. Da una parte trovano spazio Walter Sabatini e Sinisa Mihajlovic che avrebbero grandi ambizioni ma che per il momento sono stati costretti a prenderle a calci, da un’altra Riccardo Bigon e Marco Di Vaio, che sono molto più conservatori. Finendo per accettare il basso profilo e di vivacchiare. E non tanto perché non vogliono perdere le poltrone, avendo blindato il loro posto di lavoro indipendentemente dai risultati della squadra, quanto per non disturbare troppo il proprietario. Al quale dopo che è stato detto come il Bologna di oggi abbia nelle corde la facciata sinistra della classifica, ora fai fatica a chiedergli altri soldi per acquistare una punta centrale, considerato che anche la serie A più avanti potrebbe diventare a rischio.

Dove vogliamo arrivare è facile: per accontentare Sinisa, Sabatini ha fatto l'impossibile prima per portare a Casteldebole Antonio Sanabria, ma proprio non c’erano i numeri per chiudere l’affare, successivamente si è buttato su Marko Arnautovic ma fate conto che sia andato a sbattere contro un muro, anche perché lo Shanghai SIPG ha fatto sapere di non liberarlo a gennaio. Con la speranza che almeno a giugno tutto il governo di Casteldebole si compatti affinché Sabatini possa giocarsi fino in fondo le sue carte per l’attaccante austriaco, arriviamo a Claudio Fenucci, il primo ministro indiscusso. Che da grande politico qual è da una parte deve sostenere Sabatini che ha voluto fortemente al Bologna per la sua infinita competenza, anche se fin qua l’ex direttore tecnico di Roma e Suning ha potuto recitare solo la parte del parafulmine e della bella figura che da anni legittimamente lo accompagna, considerato che non gli è stata data l’opportunità di operare. Ma che da un’altra non può voltare le spalle neanche a Bigon e Di Vaio, anche perché per lo stesso capo del governo non è facile continuare a chiedere soldi a Saputo, che a oggi ha investito quasi 200 milioni per arrivare al massimo al decimo posto in classifica.

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