Napoli, per Insigne la decima è un rebus: rinnovo o addio

Contratto in scadenza nel 2022: c’è una trattativa delicata da affrontare
Napoli, per Insigne la decima è un rebus: rinnovo o addio© LAPRESSE
Antonio Giordano
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Mentre s’avvicina l’anno decimo di Lorenzo Insigne da titolare, sfuggendo alla retorica sul simbolismo e sulle bandiere che sventolano oppure vengono ammainate, s’avvicina l’estate d’un trattativa intorno alla quale non ci sarà né glassa né demagogia, ma un ruspante conflitto di interessi tra due parti, a modo loro due aziende, ognuna delle quali con interessi economico-finanziari che all’epoca del Covid finiranno per svuotare il calcio dei suoi sentimenti. Quando Lorenzo Insigne debuttò (24 gennaio 2010), dentro quegli occhi vagamente disorientati si leggeva un pizzico di paura per un appuntamento tanto grosso; quando invece tornò, dal master con Zeman tra Foggia e Pescara, nel 2012, si cominciò a scorgere la purezza del talento; e ora che sta per iniziare la sua decima stagione, provando con un tiro a giro a superare l’iperbole che pure invocherebbe la statistica (388 partite, 105 reti) si può e quasi si deve obbligatoriamente rimanere aggrappati alla statura del suo calcio, alla principesca ricerca d’una perfezione stilistica che si può cogliere, alla autorevolezza tecnica però anche una sottile forma di leadership, interpretata a modo proprio, urlando alle stelle (mentre scalcia qualcosa) e poi caricandosi persino di responsabilità altrui.

Insigne e il Napoli hanno la consapevolezza che un capitano non può iniziare la stagione in cui il contratto andrà in scadenza senza averne discusso in termini definitivi, dunque decidendo cosa fare, se rinnovare oppure separarsi: e se l’ipotesi meno favolistica, quella del «fantastico» e vissero felici e contenti, dovesse per distanza o divergenze diventare irrealizzabile, sarebbe complesso per entrambi poi cominciare il campionato facendo finta di niente. Perché c’è un tempo per seminare e uno che hai voglia ad aspettare, canterebbe Fossati.


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