I voti al mercato, Roma davanti a Milan e Napoli

I voti al mercato, Roma davanti a Milan e Napoli© AS Roma via Getty Images
Ivan Zazzaroni
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Roma 8; Milan e Napoli 7,5; Inter, Juventus, Lazio e Lecce 7; Salernitana e Torino 6,5; Fiorentina 6+; Atalanta, Bologna, Cremonese, Spezia e Udinese 6; Empoli, Monza, Sassuolo e Verona 5,5; Samp 4,5. I voti al mercato alimentano discussioni, disapprovazioni, sviluppano orticarie. L’analisi le centuplica. La sessione che si è appena chiusa è stata segnata dall’abbandono del concetto di programmazione (il Milan e in parte l’Atalanta le eccezioni), dallo sfruttamento delle opportunità, alcune impensabili sei mesi fa (Dybala, Lukaku, Wijnaldum, Pogba, Di Maria, Zirkzee, Belotti), oltre che dall’abuso del termine “priorità”: avrete notato che, al momento della presentazione, i nuovi acquisti hanno abusato della formula «era la mia priorità, ai soldi non ho pensato». Nessuno ha voluto rompere il fronte dell’ipocrisia di facciata dichiarando - esagero - «speravo di andare a titolo definitivo al Real o al City, ma il prestito al Pizzighettone mi sta bene ugualmente».  
 
Frutto di un acceso confronto redazionale (fermate Splendore), le nostre valutazioni tengono conto delle risorse a disposizione dei 20 club, degli ostacoli cinesi (Inter) e ovviamente del bilancio finale - ricordo che siamo nel campo delle potenzialità e del conosciuto.  

Dybala, Wijnaldum e Belotti hanno aumentato sensibilmente la qualità della squadra di Mourinho: Pinto aveva enormi limiti di spesa (FFP) e per questo porta a casa il voto più alto. Certo, sarebbe servito un altro difensore.  
Il Milan ha saputo resistere alle proposte del Chelsea per Leao: l’avrebbe ceduto a 120 milioni, che per gli inglesi sarebbero diventati 160 per via dell’accordo con lo Sporting (19 milioni più le tasse) ma Tuchel fino a quel punto non si è voluto spingere orientandosi su Depay e Aubameyang. De Ketelaere, Vranckx, Origi, Adli, Thiaw e Pobega profumano di investimento, Dest riempie il vuoto lasciato da Florenzi.  

Il Napoli si è rinnovato assai bene: per completare l’opera sarebbe servito Navas. La squadra ha comunque qualità, nuovi stimoli e freschezza atletica. La Lazio ha arricchito la panchina, la Fiorentina ha mosso tanto e bene, Italiano deve tuttavia risolvere la questione del centravanti: Jovic soffre l’alternanza.  

La Juve ha alzato il livello con Di Maria e Pogba, ma l’operatività è stata fortemente condizionata dalle limitate disponibilità economiche. Un discorso a parte meritano Sassuolo, Bologna e Monza. Il “gioielliere” Carnevali è da 9 per i ricavi e da 5 per gli ingressi ‘22-23: la squadra è più debole dello scorso anno, ma non posso non sottolineare gli straordinari risultati dell’amministratore del club emiliano dal punto di vista della sostenibilità (quasi 100 milioni di entrate nell’anno in corso). Il voto al Sassuolo andrebbe sempre corretto dopo un paio di stagioni. A Bologna il lavoro di Sartori non è stato completato per le ripetute frenate societarie: Schuurs e Miranchuk (finiti al Toro), Hojlund (Atalanta), Daniliuc e Dia (Salernitana), Vrancks (Milan) e Strand Larsen (Celta) sono alcuni dei giocatori che il ds aveva individuato per primo, impostando le relative operazioni, ma che gli sono stati soffiati a causa dei continui ritardi nella definizione dell’acquisto. Il Monza ha percorso la via italiana del prestito condizionato alla salvezza e non ha ancora potuto sfruttare al meglio i vari Pablo Marì, Pessina (rientrato da poco e non ancora al meglio), Cragno, Andrea Ranocchia (subito out), Rovella e Izzo: l’abilità di Galliani non può essere messa in discussione, così come la sua “bulimia”. Per la squadra della città del cuore ha praticato il realismo, certamente distante dalle ambizioni personali. 


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