Fiorentina, alla fine è in arrivo una nuova rivoluzione

A dicembre sembrava che ci fosse poco da riparare. E invece il crollo fa cambiare la rotta
Fiorentina, alla fine è in arrivo una nuova rivoluzione© Getty Images
Francesco Gensini
4 min

Tu chiamala, se vuoi, rivoluzione d’inverno: e nessuno se l’aspettava, perché nessuno l’aveva considerata dopo che ce n’era già stata un’altra pochi mesi prima, in estate. Indotta dalla drammatica serata di Fiorentina-Inter, un vice Edoardo Bove (cioè uno con le caratteristiche giuste per ereditare ruolo e compiti dell’ex Roma) era ovviamente la priorità del mercato di gennaio, di per sé per nulla facile da soddisfare per mille ragioni, dentro trattative viola che non molto altro avrebbero dovuto riservare di lì a poco e che invece, alla resa dei conti, in quei giorni sono state programmate con contorni differenti. Inaspettatamente e anche inspiegabilmente: per quale motivo si è arrivati a quella decisione prima e a questa soluzione poi che sta prendendo forma?

Il Grand Hotel Viola Park

Il mercato di mezza stagione è conosciuto anche come mercato di riparazione, ma a metà dicembre quando il nuovo scenario ha cominciato a delinearsi all’orizzonte c’era ben poco da riparare: la Fiorentina aveva una classifica eccellente e prospettive ugualmente illuminanti, vinceva spesso anche se non sempre convinceva in un destino comune a quasi tutte le altre squadre, e viceversa un mese e poco pi ù tardi siamo qui a tratteggiare un’altra rivoluzione nel gruppo di Palladino. Saranno almeno una decina i movimenti alla chiusura della sessione invernale, tra acquisti e cessioni, tra facce vecchie che se ne vanno dal Viola Park e facce nuove che vi entrano. Se ne sono già andati in tre (Quarta, Christensen e Kayode), Biraghi da allora è fuori rosa ed è come se se ne fosse andato, sono arrivati Valentini e Folorunsho, e siamo già a sei. Aggiungiamo che Ikoné parte non appena viene trovata la destinazione che soddisfi lui e il club di Commisso, che Kouame ha un piede fuori dai cancelli, che Pongracic e Richardson è tutt’altro che sicuro che rimangano, che serve un vice Kayode, e se è vero com'è vero che attaccante (esterno) e centrocampista (di peso) sono diventati altre due priorità però con i tempi di realizzazione che spesso appartengono alla Fiorentina (e al 24 gennaio non sono ancora a Firenze), i dieci cambi sopra sono insomma lì sul tavolo a movimentare la vita al Viola Park e con essa il lavoro di Palladino, già alle prese con oggettive difficoltà nell’assemblaggio dopo la rivoluzione estiva: quella attesa, quella invernale no.

Fiorentina, un'altra rivoluzione

Sempre ritornando col pensiero alla settimana tra la vittoria sul Cagliari e la sconfitta di Bologna, quando la Fiorentina era terza in classifica a un punto dal Napoli secondo e a tre dall'Atalanta prima, con la partita contro l’Inter da recuperare e con il mercato già entrato nel quotidiano viola: solo che nulla faceva presupporre ciò che si sta materializzando, di giorno in giorno, di nome in nome. Riprove non ce ne sono, però i due punti conquistati da allora al T orino domenica scorsa somigliano molto a un’evidenza dei fatti: la rivoluzione estiva dopo il cambio di allenatore era inevitabile e auspicabile, ma che cosa ha portato a fare quella invernale su un gruppo che funzionava? 


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