Inter, riecco Sanchez: ma c'è un motivo però se non può giocare subito

Ieri mattina l’attaccante ha sostenuto le visite mediche: contratto di un anno. L’ufficialità arriva dopo la firma di Correa a Marsiglia
Pietro Guadagno
4 min

MILANO - Anche per l’annuncio è stato costretto ad aspettare Correa… Ancora prima delle 16 di ieri pomeriggio, infatti, Sanchez ha lasciato la sede dell’Inter, avendo firmato il suo contratto annuale da 2,8 milioni di euro più bonus. Ha fatto in tempo ha fare pure una sorta di allenamento da solo alla Pinetina, tra palestra e prima serie di test. Il Tucu, invece, è sbarcato solo ieri in mattinata a Marsiglia e così ha impiegato più tempo per completare le visite mediche e sottoscrivere il vincolo con il club francese. Così si è arrivati a sera. L’Inter aspettava l’OM per annunciare l’ingaggio bis dell’attaccante cileno, ma i tempi si sono allungati e così è stato tutto rimandato a oggi.

Inter-Sanchez, gioie e dolori

Il ritardo, comunque, non ha diminuito l’entusiasmo del Niño. Già scelto, tanto per gradire, il nuovo numero di maglia: non più disponibile il 7, finito sulle spalle di Cuadrado, Sanchez si è preso il 70, che ha usato lo scorso anno in Francia e che, tutto sommato, gli ha portato bene. Fuori dal Coni, comunque, dove ha ottenuto l’idoneità, un tifoso gli ha chiesto se fosse carico. E lui ha risposto in maniera eloquente: «Sempre». Se lo augura anche Inzaghi… Vero è che il rapporto tra l’attaccante e l’allenatore aveva attraversato una serie di turbolenze durante la stagione trascorsa assieme alla Pinetina. Sanchez riteneva di essere sottoutilizzato, e quindi sottostimato. Simone aveva le sue gerarchie, ma, nonostante le lamentele pubbliche dell’attaccante, ha sempre continuato a utilizzarlo. Il Niño ha messo la firma sul primo trofeo nerazzurro del tecnico piacentino, con quel gol al 120’ nella Supercoppa con la Juventus. Momenti meno lieti, invece, sono stati l’espulsione contro il Liverpool, nel match di ritorno degli ottavi di Champions, con l’Inter in vantaggio ad Anfield, e anche quel pallone perso nel derby di ritorno, da cui è scaturito il pareggio del Milan, che subito dopo ha pure raddoppiato.

La promessa in ballo

A fine stagione, tra un contratto per altre due stagioni a 7,5 milioni di euro come un ingaggio e la poca voglia di continuare a sopportare le lamentele dell’attaccante cileno, è scattata la decisione di separarsi. Una separazione costata cara, vale a dire ben 4,5 milioni. Nell’ultima annata, però, i contatti tra Sanchez e l’universo nerazzurro non si sono interrotti, anzi. E non solo con i vecchi compagni, ma pure con lo stesso Inzaghi. Così a luglio è spuntata la pazza idea di riportarlo a Milano, approfittando del fatto che, nonostante un bottino di 18 gol in stagione, il contratto del Marsiglia fosse scaduto. La condizione era che Correa facesse le valigie, il Niño ha detto subito di sì a questa nuova opportunità, rispedendo al mittente ogni altra offerta e promettendo anche di restare nei “ranghi” davanti alle scelte di Inzaghi. Ovvio che un proposito del genere, conoscendo il personaggio, è tutto da verificare. Intanto, però, Inzaghi ha ritrovato un elemento in grado di dargli, là davanti, qualità, fantasia e dribbling. Oggi il cileno si allenerà con nuovi e vecchi compagni. E il tecnico nerazzurro capirà meglio le sue condizioni. In queste settimane si è certamente allenato (è da sempre fissato con il fisico…), ma lo ha fatto da solo, quindi non può essere pronto. Insomma, qualora dovesse venire comunque convocato per il match con il Cagliari di lunedì, è impossibile o quasi che venga preso in considerazione anche per uno scorcio di gara.


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