Morata e le voci di mercato: "Addio alla Juve? Ecco perché sono rimasto"

L'attaccante spagnolo è stato determinante in occasione del secondo gol contro il Verona e, in generale, ha mostrato tanta generosità
Morata e le voci di mercato: "Addio alla Juve? Ecco perché sono rimasto"© LAPRESSE
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Il mese di gennaio è filato via e Alvaro Morata è rimasto alla Juve. Inutili i corteggiamenti del Barcellona, con l'Atletico Madrid che si è messo di traverso. E, alla fine, probabilmente anche Massimiliano Allegri è stato contento che lo spagnolo sia rimasto a Torino: per lui vede un nuovo ruolo, alla Mandzukic, sulla sinistra a correre. Contro il Verona lo ha fatto bene, innescando anche Zakaria per il 2-0. L'attaccante spiega, nel dopopartita, perché è rimasto alla Juve

Morata: “Avevo bisogno di sentirmi voluto e desiderato”

“Tutti, in ogni professione, vogliono sentirsi desiderati e importanti”. Eccolo, Morata, che tira fuori il lato sentimentale che è in lui. Voleva sentire l'affetto intorno a sé: “Quello che è successo a gennaio è successo. Io sono qui, il club e l'allenatore hanno detto di avere fiducia in me e questo è molto importante per me”. L'affetto gli è stato tributato pure dagli spalti: “I tifosi mi hanno applaudito anche oggi quando sono stato sostituito e questo ha significato molto. In questo momento mi sento desiderato e importante”. A quanto pare, neanche l'acquisto di Vlahovic ha scalfito le nuove certezze del giocatore della Juve: “Queste cose accadono nella vita. Ho quasi 30 anni, abbiamo ingaggiato uno dei migliori centravanti al mondo ed è molto giovane, quindi ha molti anni per continuare a crescere e migliorare”. Ieri i bianconeri hanno sfoderato il tridente: “Sono felice, lavoriamo bene anche con Dybala, ma dobbiamo lavorarci per poter fare ancora meglio”. Morata parla poi, appunto, del nuovo ruolo che Allegri gli sta cucendo addosso: “E' diverso perché ci sono tanti passaggi, con il campo davanti a te, che è diverso dal proteggere la palla”. E ancora: “Sono felice di giocare e di dare il mio contributo, ma so anche che questa è una grande rosa e se servirà mi siederò in panchina. Dobbiamo essere felici quando vinciamo e io sono felice adesso perché abbiamo riscoperto ciò che ci mancava, queste sensazioni e questo fuoco”.


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