Lazio, come cambia la difesa di Sarri con Romagnoli

L’ex capitano del Milan diventerà il leader del reparto, il dominante, portando qualcosa di diverso rispetto ad Acerbi: l'analisi
Lazio, come cambia la difesa di Sarri con Romagnoli© Getty Images
Fabrizio Patania
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ROMA - Un dato rassicura Sarri. E’ complicato immaginare che la Lazio possa incassare più gol rispetto al passato campionato: chiuse a quota 58, decima difesa della Serie A, registrando un progresso netto nel ritorno. Luis Maximiano, il nuovo portiere, a Formello viene ritenuto superiore ai suoi predecessori. Di sicuro Mau voleva difensori centrali capaci di interpretare il suo sistema di gioco, votato a un costante movimento, pronti a tenere senza remore e incertezze i piedi sulla linea di centrocampo. Aspetto decisivo per conservare compattezza e distanze corte. Sono arrivati Romagnoli, Casale e Gila. Ha rinnovato Patric, apprezzato per le doti di velocità e di palleggio. L’ex capitano del Milan diventerà il leader del reparto, il dominante, portando qualcosa di diverso rispetto ad Acerbi

Romagnoli, le novità di Sarri in difesa

Il percorso in carriera potrebbe far dubitare. Alessio è uscito dalla Nazionale nel 2020, Francesco è diventato campione d’Europa con l’Italia di Mancini. Il centrale di Anzio, quando è arrivato Tomori, ha perso il posto di titolare nel Milan che sarebbe arrivato, nel giro di un anno, allo scudetto. Nel 2015, quando Mihajlovic convinse i rossoneri ad acquistarlo dalla Samp, era invece considerato l’unico centrale con prospettive in Serie A dietro a Bonucci e Chiellini. Sono diverse le caratteristiche. Acerbi, come i due juventini, non ha mai digerito la trasformazione tattica imposta da Sarri. Un conto è “salire”, correre su e giù, creando un ampio spazio tra la linea difensiva e la propria porta. Un altro è accorciare il campo, restando in attesa e chiudendo le linee di passaggio, come succedeva alla Lazio con Inzaghi o alla Juve di Allegri. Mau chiede l’opposto. Salire quando la Lazio imposta. Scappare solo con la “palla scoperta”. Mai fermi, in costante movimento. Romagnoli può farlo. Ha un piede educato per impostare, sa giocare a calcio, non è veloce ma dinamico. Acerbi è un marcatore, più statico e fisico. Alessio un regista difensivo. 

Lazio, il nuovo sistema con Romagnoli

I riferimenti sono palla, distanze e diagonali in fase di non possesso. Molto meno l’uomo. Sarri chiede ordine tattico. Divide il campo in dieci zone e tutti devono compiere lo stesso movimento senza palla: se esce in pressione Zaccagni, Luis Alberto deve coprirlo. Se Luis Alberto sale a disturbare il centrale, Zaccagni deve coprirlo con la diagonale. Uguale, dalla parte opposta, per Milinkovic e Felipe. Il concetto vale per tutti, attaccanti e centrocampisti. Non devono guardare l’avversario, ma dove si trovano i propri compagni. Si muovono come girasoli, disegnati secondo il 4-3-3, pronti a scalare nella zona in cui si sta giocando. Un sistema di triangoli e di diagonali che porta, attraverso il rispetto delle posizioni e delle distanze, a riconquistare la palla. Serve una squadra corta, intensa, veloce, disposta a sacrificarsi nella fase difensiva. I concetti della zona introdotti da Sacchi. Casale giocherà in coppia con Romagnoli o al suo posto. Gran fisico, manovriero. Salterà per squalifica il debutto del 14 agosto con il Bologna. Toccherà a Patric, già rodato. Gila avrà tempo e modo per proporsi. Ancelotti garantisce sulla velocità dello spagnolo ex Castilla. Doti adeguate per il sistema di Sarri


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