Milan, l’identità italiana se ne va al Diavolo

Leggi il commento sul Corriere dello Sport-Stadio sul cambiamento strategico del club rossonero
Milan, l’identità italiana se ne va al Diavolo© AC Milan via Getty Images
Franco Ordine
3 min

Dalla rosa (attualmente incompleta) del Milan è uscito Tatarusanu ed è entrato Sportiello: 1 a 1. È uscito anche Tonali ed è entrato Loftus-Cheek: idem come sopra. Numericamente il ritorno di Brahim Diaz a Madrid è stato rimpiazzato dal trasferimento di Romero ex Lazio. A scorrere inoltre l’elenco completo della rosa attuale del Milan, oltre al capitano Davide Calabria, unico titolarissimo, sono inseriti nella lista degli “italiani” Pobega (richiesto dal Toro), Gabbia (che ha voglia di andare a giocare), Florenzi, Mirante e Colombo, rientrato dal prestito al Lecce e considerato in partenza causa anche l’evidente resistenza di Origi a cambiare residenza calcistica. Il preambolo è utile per introdurre il tema che è caro al ct Roberto Mancini e può diventare una spina nel fianco di Stefano Pioli. È il tema dell’identità calcistica italiana del Milan che sbiadisce, mercato dopo mercato, pensando anche agli addii - per ragioni diverse - di Donnarumma e Romagnoli. Ci fu un tempo in cui il primo Milan di Silvio Berlusconi e Arrigo Sacchi immaginò addirittura di allestire una sorta di nazionale completa vestita con la maglia rossonera (Massaro, Giovanni Gallo, Dario Bonetti furono i primi acquisti dell’epoca, estate dell’86, seguiti dall’arrivo di Galderisi per il rifiuto di Vialli).

Addio all’identità italiana

Questo è un tempo diverso nel quale, per andare sul concreto, la diversa tassazione fiscale per chi arriva dall’estero rispetto ai calciatori italiani (decreto crescita), è uno dei motivi che rendono meno onerosa l’importazione di un calciatore straniero rispetto a un talento italiano. Fin qui, la stragrande maggioranza dei candidati indicati come possibili obiettivi del nuovo tandem Furlani-Moncada, sono tutti provenienti dall’estero a tal punto da rendere necessario un ballottaggio per non superare il divieto dei due nuovi extracomunitari a stagione. «L’importante è che siano adatti alla nostra idea di calcio e che costituiscano una struttura di squadra solida» è la risposta del tecnico di Parma sull’argomento. Ma questa è teoria. Poi c’è la pratica che prevede tra l’altro la necessità di allestire un centrocampo nuovo di zecca per la cessione di Tonali e il grave infortunio toccato a Bennacer. I tempi da qui al 21 agosto saranno sufficienti per completare il trapianto? Questo il vero quesito. Sul secondo c’è una certezza: Mancini non avrà nel prossimo Milan un alleato.


© RIPRODUZIONE RISERVATA