Rudi Garcia scopre il vero Napoli in tre mosse

I punti interrogativi dell’allenatore: la fame, l’erede di Kim, la soluzione dei casi di Osi, Zielinski e Lozano
Rudi Garcia scopre il vero Napoli in tre mosse© FOTO MOSCA
Fabio Mandarini
5 min

DIMARO FOLGARIDA - Ora, sì. È ufficialmente al completo la squadra - in attesa del mercato - ed è ufficialmente cominciata l’era del Napoli di Garcia. Il 4-3-3 alla francese con origini andaluse: un modo diverso per definire semplicemente il suo sistema di gioco, i principi, il credo. La base di partenza è quella del triangolo tricolore, dello scudetto: «Si parte con il 4-3-3, ma lavoriamo anche su altri moduli da utilizzare nel corso delle partite o magari dall’inizio quando sarà necessario», ha detto Rudi lunedì, rispondendo alle domande dei tifosi durante l’incontro-intervista al Napoli Summer Village di Dimaro. Sì, questo spicchio di sana agitazione calcistica in Val di Sole è una sorta di villaggio azzurro: l’allenatore è entusiasta di ritrovare il modo all’italiana di affrontare i ritiri. Gli mancava - parole sue - l’atmosfera vecchio stile, con il contatto diretto che resiste ai social e al mondo virtuale che avanza: il Napoli, sotto quest’aspetto, è davvero un caso più unico che raro. Allenamenti liberi, un doppio aumento della capienza dello stadio fino a oltre duemila spettatori, le foto, gli autografi dei calciatori in mezzo alla gente, le incursioni di Adl, lo store gestito in prima persona da Valentina De Laurentiis. Il contatto è umano, vero. E a Garcia evidentemente piace. Da oggi, poi, gli piacerà da morire allenare i campioni al completo: non vedeva l’ora di riaverli tutti, di inaugurare la sua era. Et voilà. Pronti a partire e a trasformare in punti esclamativi le domande. Inevitabili: la sostituzione di Kim; le situazioni di Osi, Zielinski e Lozano; la fame.

Il mercato

E allora, il Napoli di Rudi. Rudi e il Napoli: tutti a Dimaro, tutti pronti ad affrontare una missione che non sarà per niente facile, però possibile: difendere lo scudetto. La squadra, teoricamente, è perfettamente rodata, stracolma di talento e ancora molto, molto forte considerando l’elenco dei nomi in rosa nonostante l’addio di Kim: se De Laurentiis e gli uomini del mercato riusciranno a centrare il sostituto di Minjae come un anno fa riuscirono addirittura a migliorare il reparto a dispetto della cessione di Koulibaly, la metà del lavoro sarà fatto. Confezionato con i fiocchi. Punto primo e via al prossimo.

Osi e Zielo

Ieri a Dimaro sono arrivati Osimhen e Zielinski, due chiavi del successo: Osi è il centravanti dei gol possibili e impossibili (e quanti), è il capocannoniere, è un uomo squadra che fa la differenza, che ti consente di giocare in modi differenti, che ti risolve le situazioni in un groviglio, che segna e fa segnare, che domina i cieli in fase offensiva e difensiva. Certo, alle spalle c’è il collettivo e c’è Kvara al suo fianco, ma con ogni dovuto rispetto alla logica del gruppo anche i neonati si accorgerebbero della centralità del suo ruolo. Anche Zielinski, tatticamente quanto tecnicamente, è uno di quelli che fa la differenza: galleggia tra le linee e detta i cambi di modulo, rifinisce, inventa, strappa e con quel tiro di destro e sinistro potrebbe segnare molto di più: le rispettive situazioni contrattuali - scadenza 2025 e 2024 - sono argomenti primari per il futuro del club e per il presente di Garcia. Inutile girarci intorno. Importante e simile a quella di Zielinski è anche la storia di Lozano: il Chucky sta recuperando dall’infortunio al ginocchio sinistro e come il collega è in scadenza nel 2024. DeLa è stato chiaro con entrambi: o rinnovano al ribasso (guadagneranno rispettivamente 4,8 e 4,5 milioni per l’ultima stagione), o vanno via o rischiano di andare fuori rosa.

La fame

Per finire, uno dei temi più cari a Rudi: la fame. Concetto centrale e trattato in coda soltanto per pura casualità: ogni volta, a ogni conferenza, l’allenatore spiega quanto dovrà essere bravo a tenere sempre tesa la corda. «Perché quando vinci c’è il rischio di avvertire il senso di sazietà e io dovrò evitarlo». Sacrosanto.


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