Napoli, il peso della firma di Osimhen: la trattativa è una maratona

Sei incontri in due ritiri tra DeLa e Calenda non sono bastati: si lavora su ingaggio, clausola e immagine. Per la difesa sfida tra Murillo e Kilman
Fabio Mandarini
4 min

Victor Osimhen è a bordocampo, in panchina, in ciabatte, calzettoni e maxi cuffie a guardare gli altri: ha un affaticamento muscolare, il lavoro si fa sentire, e così la decisione è stata di fermarlo a scopo precauzionale. Conoscendolo, se avesse avuto facoltà di scelta libera, avrebbe giocato in qualsiasi condizione. Ma non se ne parla, per carità: al massimo, se l’allarme sarà scongiurato, tornerà in campo domenica con l’Augsburg, nella terza amichevole, a tredici giorni dalla prima di campionato in programma a Frosinone il 19 agosto. Una specie di limite, di termine immaginario e magari im m aginifico: l’idea, o meglio il sogno di tutti i protagonisti della trattativa più delicata e importante dell’estate dello scudetto, è che all’epoca Osi possa già essere titolare di un contratto nuovo di zecca con il Napoli. Più lungo, più solido e più consono a regalargli quella felicità a cui Garcia ha spiegato di tenere molto: Victor, del resto, è un patrimonio di gol, esplosività, a tratti strapotere.

Rinnovo Osimhen, una maratona

Il suo manager, Roberto Calenda, nel frattempo ha lasciato il ritiro dell’Aqua Montis dopo l’ultima riunione di martedì: gli incontri con Adl si sono fermati a sei - tra Dimaro e Rivisondoli - ma l’accordo non è ancora arrivato. E così la trattativa per rinnovare il rapporto in scadenza nel 2025 continua, a oltranza, inarrestabile. Una specie di mix tra la maratona di New York e quella di Boston: estenuante . E di corsa, tra frenate e ripartenze, le parti provano a limare le distanze sull’ingaggio e la clausola, sulla gestione dei diritti d’immagine e tutto lo scibile compreso negli articolati contratti del club. Si lavora con qualche pausa, magari non lunga però necessaria a riflettere e soprattutto a respirare profondamente.

Lozano e Murillo, cose d'America

Osimhen è la capitale del Napoli, certo, ma non c’è soltanto lui. Non è possibile pensarlo e basta guardarsi alle spalle, in difesa, o magari appena più in là, alla sua destra. Nel tridente: Lozano, un caso di mercato considerando il contratto in scadenza nel 2024, ieri ha giocato con il Girona. Per la prima volta dall’inizio della preparazione estiva e dall’infortunio al ginocchio rimediato con la Fiorentina, al tramonto del campionato del trionfo. La sua presenza, al di là della questione medica, è valsa un indizio: il trasferimento al Los Angeles Fc non è caldo. In caso contrario sarebbe stato risparmiato, funziona così, e tra l’altro lo zio Sam ha chiuso a notte fonda la finestra dei trasferimenti. Si vedrà. In Sudamerica, per la precisione in Brasile, comincia invece a prendere quota l’interessamento del Napoli per Murillo Santiago Costa dos Santos, 21 anni, nato il 4 luglio stile Tom Cruise , semplicemente Murillo per un mondo del calcio che l’ha conosciuto e apprezzato moltissimo con il Corinthians nell’ultimo Brasileirão.

Sfida Murillo-Kilman per la difesa azzurra

Il mancino di San Paolo , piede da centrocampista e reattività da centrale vero, è diventato all’improvviso l’occasione da cogliere, però al prezzo giusto e nella maniera giusta: la Fiorentina, un po’ di giorni fa, ha offerto per lui 8 milioni di euro, ma il cda paulista ha rilanciato chiedendo 20 milioni per il suo cartellino (il 20% è di proprietà del giocatore). Troppo per un ragazzo che ha appena conosciuto il grande show e che ha un contratto in scadenza il 31 dicembre 2025, nonostante il talento puro e un potenziale inesplorato. Però annusato da mezza Europa chic: pare che anche il Psg ci abbia messo gli occhi. Parallelamente, il Napoli tiene aperte le piste europee. Quelle di sempre, quelle rimaste in piedi. Con l’inglese Max Kilman del Wolverhampton in cima, 26 anni e costi ancora altissimi (40 milioni).


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