INVIATO A CASTEL VOLTURNO - Un dribbling secco, da restare storditi, e mentre intorno s’avverte un pizzico di smarrimento è già arrivato il momento di ricominciare: alle cinque della sera, dopo averle pensate tutte ed essersene stato un po’ con se stesso, il Napoli rilegge gli appunti, ripensa al passato, riflette su chi c’è e su chi potrebbe esserci, ripensa ai suoi ultimi quattro mesi con Veiga in testa, ai diciassette giorni di trattativa finiti nel vuoto, alle mosse perdute e magari ai rimpianti per qualcosa d’insoluto.
Napoli, Gaetano è il tuo scugnizzo
Ricapitolando: ci sono Anguissa, Lobotka e Zielinski in cattedra; Elmas che è il primissimo assistente, praticamente uno di loro; Cajuste che prende lezioni e Gaetano che sa già tutto, anche di più, ma che andrebbe atteso, perché deve smaltire i guai vissuti con la Fiorentina. I sei per allestire il gioco delle coppie sarebbero questi, ognuno con le proprie caratteristiche, chiunque nella propria versatilità: ci sono registi e mezze ali e incursori, gente rapida di calcio e di pensiero e però non c’è più Gabri Veiga, che comunque avrebbe avuto la funzione del «valore aggiunto», un talento naturale da inserire gradualmente, per fargli conoscere il Napoli. Il mercato non dà scampo e neppure grandissime opportunità in linea con i desideri e Gianluca Gaetano, invece, offre tutto ciò: per questo hanno (ri)cominciato a pensare a lui, togliendolo almeno adesso dal mercato. È il momento delle riflessioni, saranno 24 o anche 48 ore, si proverà a scandagliare l’universo-calcio, si resisterà ad eventuali offerte per Elmas, dopo aver già detto no ai trenta milioni del Lipsia, poi si metterà un punto.
Napoli, Koop sei tu
In quella lista, nella quale Veiga ha sempre avuto un ruolo prioritario, il leader era e rimane Teun Koopmeiners (25) per il quale il Napoli sarebbe stato disposto a fare un sacrificio da 35 milioni di euro (e c’è chi dice persino 45) e che però all’Atalanta ritengono giustamente centrale al proprio progetto: trattativa mai riaperta, anche se Adl ci ha provato con Percassi e si è arreso solo quando s’è scontrato contro un muro. Poi c’è Samardzic (21) che è «altro» nella visione dell’area tecnica, un trequartista con spiccate qualità offensive, e quindi ritenuto conciliabile ma a fatica con l’idea di calcio del Napoli. E infine ci sarebbe Lo Celso (27) del Tottenham, una natura alternativa a quella del Napoli, piace e però ha costi che per un «quinto» d’organico - con prospettive limitate, a differenza di quel geniaccio ventunenne di Veiga - meriterebbero approfondimenti ulteriori per coglierne gli eventuali pregi. Il sospetto, in questo weekend tormentato, è di non avere il tempo necessario per decidere altrimenti: troppo ne è stato buttato via, per tentare di arrivare a Gabri Veiga, che poi è finito in Arabia. E per non sprecare danaro semplicemente per il gusto di farlo, in assenza di un centrocampista che sintetizzi il profilo ritenuto più intrigante, il Napoli potrebbe anche starsene così, andando incontro alla difesa del proprio scudetto con un Ndombele in meno e un Cajuste in più, aggrappandosi al nucleo assemblato nel recentissimo passato, lasciando a Gaetano la possibilità di provare a stupire insieme agli altri.
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