Aurelio De Laurentiis ha pescato il nome di Manna da un foglietto invisibile nascosto nel taschino interno della sua giacca fantasma: all’improvviso, nel buio, nel silenzio. Ma la questione dell’allenatore incaricato di guidare la rinascita del Napoli, considerando che l’accordo con Calzona scadrà a fine campionato e prima dell’Europeo che disputerà con la Slovacchia, è possibilmente più blindata. Secretata come un X-File dei film. Il primo desiderio è Antonio Conte, da ottobre, dall’alba del fallimento sportivo inauguato con Rudi Garcia, il primo di tre allenatori collezionati da giugno a febbraio. E ancora: Stefano Pioli e Vincenzo Italiano.
Napoli, un tris di nomi per la panchina
La questione-Conte è molto semplice: De Laurentiis lo stima da sempre e lui ha voglia di tornare in panchina dopo un anno senza calcio (per scelta). A ottobre declinò l’offerta del suo amico presidente: preferiva un progetto vergine. E così valuta e vaglia. Attendere prego. Adl stima molto anche Pioli, sia come allenatore sia come uomo. E da tempo: ecco perché è molto attento alla sua situazione con il Milan, più che mai in evoluzione. Italiano, ormai sull’uscio della Fiorentina, è un altro tecnico che Aurelio stima dagli anni dello Spezia e il suo nome è sul foglietto invisibile.
Napoli, il futuro di Calzona
Calzona, l’uomo che a fine febbraio ha raccolto una squadra svuotata e frastornata dalla stagione paradossale guidandola con capacità, nel frattempo continua a giocarsi il jolly. E insegue l’Europa infischiandosene delle ombre e delle voci.