L’apoteosi della Fiorentina tra i sogni e la storia

In 35.000 al Franchi per la prima semifinale di Conference League contro il Basilea, va eguagliato il 1961 con le finali raggiunte (e poi vinte) in Coppa Italia e Coppa delle Coppe
L’apoteosi della Fiorentina tra i sogni e la storia© LAPRESSE
Alessandro Mita
4 min

FIRENZE (dall’inviato) - C’è un cartello attaccato dentro il centro sportivo Davide Astori. Recita: “Puntualità regola d’oro. Se sei in anticipo di 5 minuti, sei in orario. Se sei in orario, sei già in ritardo. Se sei in ritardo, non ci sei”. Sembra fatto apposta per questa sera: la Fiorentina ha un appuntamento con la sua storia, deve correre e arrivare in anticipo. Per dare concretezza al sogno europeo, mettendo fin da subito le cose in chiaro con il Basilea e mettendo le mani sulla finale di Conference League.

La storia si ripete

A quel punto, la storia si ripeterebbe, come 62 anni fa, stagione 1960-1961: allora, i viola arrivarono alla finale di Coppa Italia (e la vinsero, contro la Lazio) e alla finale di Coppa delle Coppe (e la vinsero, contro i Glasgow Rangers). Quella squadra, di Hamrin e Montuori, di Petris e Milan, finì il campionato al settimo posto, ma tirò fuori il meglio di se stessa proprio nelle coppe. Un po’ come il cammino viola in questa stagione. Ripetere quel trionfo è il sogno di Rocco Commisso, che da giorni sta accanto alla squadra ogni momento che può: anche ieri, all’allenamento della mattina, sotto un cielo nuvoloso gonfio di pioggia, il presidente era lì, vicino a Italiano e ai giocatori. Pensando a una gara per volta: ora c’è il Basilea, poi la sfida all’Olimpico contro l’Inter.

Mobilitazione

Firenze, nonostante il tempo inclemente, vive ore intense. Sente il profumo di un finale di stagione entusiasmante. Del resto, l’ultima finale europea è datata 1989-1990, in Coppa Uefa contro la Juve. Era l’ultimo anno di Roberto Baggio, finì male per i viola. È passato troppo tempo, e quel vuoto va colmato. Per questo c’è fibrillazione. Arrivi alla stazione di Santa Maria Novella e trovi subito qualcuno che parla della partita, del sogno. «O nini, smonto dal lavoro e vado subito allo stadio: questa non me la perdo...». Il tam tam sui social e sui siti è stato incessante, è comparso anche qualche striscione a giro per la città: “Tutti allo stadio”. Una sorta di appello alla mobilitazione generale. E infatti la corsa al biglietto conduce a un Franchi tutto da godere: a ieri sera erano 33.000 i biglietti venduti, c’è la possibilità di arrivare a 35.000. La Curva Fiesole sta organizzando la vendita di migliaia di bandierine viola, per creare un colpo d’occhio degno della storia del Franchi e per reperire fondi da destinare alla maxi coreografia per la finale di Coppa Italia all’Olimpico. Il sogno si alimenta anche così.

Tutti insieme

In questa mobilitazione massiccia, in questo voler stare accanto alla Fiorentina, c’è forse anche l’intento di esorcizzare le paure. Perché, se andiamo a vedere i numeri, la squadra di Italiano, fra campionato e coppe, ha vinto solo una partita delle ultime sette (il 5-0 casalingo alla Sampdoria). Tanti si interrogano sul fatto che i viola siano arrivati al culmine della stagione con le batterie scariche. E con qualche acciacco che ha ostacolato pure la vigilia della sfida contro il Basilea (Terracciano con la febbre l’ultimo inconveniente). Forse è così, ma tutto ciò che gira intorno e dà vitalità alla Fiorentina si è messo in moto per accompagnarla all’appuntamento con la storia. Basta solo correre forte, perché anche se sei in orario, sei già in ritardo.


© RIPRODUZIONE RISERVATA