Juve-Lazio, le pagelle: Kostic sprint, Immobile soffre

Poco Vlahovic, Fagioli confuso. Felipe Anderson senza sbocchi, Vecino sotto ritmo
Juve-Lazio, le pagelle: Kostic sprint, Immobile soffre

JUVENTUS

Allegri (all.) 6,5 
Lo schiaffone ricevuto dal Monza richiedeva una reazione immediata e la Juve risponde adeguatamente con una prova di sostanza fin dal via. Niente fuochi d’artificio, per carità, ma non è tempo di ricami. Così, un colpo dopo l’altro, la squadra abbatte il muro laziale e nella ripresa conquista la semifinale senza patemi, anche se Max si infuria comunque per la gestione di due palloni nel recupero e rientra prima negli spogliatoi.  

Perin 6  
Per metà gara fa prevalentemente da spettatore, anche se all’alba della partita corre un gran brivido sul destro a giro di Zaccagni che sfiora il palo lontano. Attento su una punizione di Cataldi.  

Danilo 6  
Capitano in cerca di riscatto, come gran parte dei compagni del resto, e la missione riesce con applicazione.  

Bremer 7  
Qual è il modo migliore per dimenticare il Monza? Trovare il gol del vantaggio con un puntuale inserimento di testa è certo una buona idea e Gleison la sceglie. Vince senza affanni il duello con Immobile, poi gli tocca Felipe Anderson e va allo stesso modo.  

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Alex Sandro 6 
Negli occhi di tutti c’era ancora la notte horror vissuta contro l’Atalanta e il duello contro Felipe Anderson poteva presentare potenziali inquietudini. E invece il brasiliano è attento e continuo, anche contro Pedro.  

Cuadrado 6,5  
Dalla Lazio alla Lazio, dopo due mesi e mezzo torna titolare e sembra in decisa crescita fisica visto che è subito un moto perpetuo sulla destra. Tra una accelerazione e l’altra, il colombiano è di nuovo un fattore: ritrovato.  

De Sciglio (43’ st) sv 
Ingenerosamente fischiato anche se solo per pochi minuti in campo.  

Fagioli 5,5 
Inaugura la partita con un errore in palleggio inusuale per lui che apre al primo pericolo portato dalla Lazio. Dopo poco si scambia la posizione con Rabiot ma non è quello di sempre.  

Miretti (18’ st) 6 
Ingresso prezioso e di quantità da mezzala destra.  

Locatelli 6,5  
Riprende il timone della Juve e la sua guida è razionale, concreta e con poche concessioni. Ci prova dal limite a giro e disegna un gran taglio profondo per Kean.  

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Rabiot 6,5 
Prima che Bremer facesse centro, tocca proprio al francese provarci praticamente alla stessa maniera. Ma il colpo di testa di Adrien è troppo molle e centrale e sa tanto di occasione divorata. Solido, per il resto, a schermare Milinkovic.  

Kostic 7 
Filip non era certo quello trasparente (non) visto con il Monza e lui lo fa presente riproponendosi alla vecchia maniera. Subito vicino al gol con un diagonale secco, sforna cross a ripetizione e uno di questi diventa l’assist vincente per Bremer.  

Chiesa 6 
Accanto a Vlahovic, dietro a Vlahovic, sgasando dalla sinistra o svariando sul fronte offensivo. Cerca in continuazione le giocate abituali e spesso in verticale e si rivedono bagliori del vero Federico. 

Di Maria (33’ st) 6 
Un quarto d’ora scarso, tra tunnel, dribbling e piroette.  

Vlahovic 5,5 
Sono passati cento giorni esatti dalla sua ultima volta da titolare e Dusan ha una voglia grande così di spaccare il mondo. La condizione però è ancora quella che è e la serata rimane una tappa verso la piena efficienza. Fatturato: solo un colpo di testa alto in poco più di un’ora.  

Kean (18’ st) 6  
Missione: cancellare il diluvio di fischi ricevuti contro il Monza e ci prova subito con uno strappo potente in cui va vicino al gol.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

LAZIO

Sarri (all.) 5,5 
All’Allianz Stadium, da ex non ha ancora vinto. Ma la cosa peggiore è che la Lazio, come in campionato, è sembrata irriconoscibile. E pensare che la squadra in crisi doveva essere la Juve.  

Maximiano 5  
La prima vera parata della sua stagione arriva al 15’, quando Kostic lo costringe al tuffo per neutralizzare un bel diagonale. Non è l’unica della sua serata. Ma l’uscita in clamoroso ritardo che spalanca la porta a Bremer è un errore che costa la semifinale di Coppa Italia.  

Lazzari 5,5  
Dalla sua parte c’è Kostic, serata complicata quindi. Prova con esperienza a limitare i danni.  

Patric 5  
Ormai Casale è il titolare designato, contro la Juve ecco l’occasione. Ma sbaglia, anche in maniera decisiva: è lui ad accorgersi in ritardo di Bremer sul gol dell’1-0, almeno parte dell’errore di Maximiano è opera sua.  

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Romagnoli 6  
Ha la missione di disinnescare Vlahovic, con esperienza aiuta un reparto che non appare particolarmente affiatato. Lui è in fiducia, gli altri non molto.  

Casale (33’ st) sv  
Gettato nella mischia per preservare Romagnoli, cambio programmato o comunque ampiamente prevedibile.  

Marusic 5,5  
Quando viene puntato da Cuadrado non è sempre brillantissimo, potrebbe essere molto più pericoloso in fase di spinta ma forse non ne ha abbastanza.  

Vecino 5  
Gioca al posto di Milinkovic, peggior confronto non potrebbe esserci nonostante il recente calo di condizione del Sergente. Sotto ritmo, non lo regge nemmeno quando dalla sue parti giostra Fagioli.  

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S. Milinkovic (14’ st) 5,5  
Con lui in campo dovrebbe cambiare la Lazio, in realtà non entra realmente in partita.  

Cataldi 6  
Più diga davanti alla difesa che regista quando al suo fianco c’è Luis Alberto, contributo comunque prezioso.  

Marcos Antonio (29’ st) 6  
Compitino, né più né meno.  

Luis Alberto 6,5 
Teoricamente i palloni dovrebbero passare tutti dai suoi piedi, nei fatti è chiamato anche a un lavoro di sostanza che finisce per pagare inevitabilmente a livello di lucidità. Ma di questa Lazio resta il migliore.  

Basic (29’ st) 6  
Non ha la qualità di Luis Alberto, ma la sua fisicità si trasforma in qualcosa di più simile a un pericolo che la Lazio riesce a proporre nel finale.  

Felipe Anderson 6  
Riprende la naturale posizione di esterno destro, per provare a pungere deve però arretrare il raggio d’azione come al 33’ quando tenta la fortuna da oltre trenta metri. Con l’uscita di scena di Immobile si rimette al centro dell’attacco, ma anche lui in questa maniera finisce per essere disinnescato.  

Immobile 5  
Torna titolare, voleva essere l’uomo in più, per 45 minuti è quasi uno in meno. Non è ancora al meglio e si vede già al 14’ quando cicca completamente un pallone all’altezza del dischetto che poi finisce sui piedi di Zaccagni (impreciso pure lui). Ha fatto di tutto per rispondere presente dal 1’, col senno del poi sarebbe convenuto a tutti inserirlo solo a partita in corso.  

Pedro (1’ st) 5,5  
Largo a destra costringe Kostic a restare col freno a mano tirato nel secondo tempo, i suoi meriti sembrano finire qui.  

Zaccagni 5,5  
Al 14’ la palla giusta, la spreca tentando un tiro a giro senza convinzione. Un solo guizzo che porta al giallo di Cuadrado, poco dopo pure lui si fa ammonire: diffidato, avrebbe saltato la semifinale. 


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JUVENTUS

Allegri (all.) 6,5 
Lo schiaffone ricevuto dal Monza richiedeva una reazione immediata e la Juve risponde adeguatamente con una prova di sostanza fin dal via. Niente fuochi d’artificio, per carità, ma non è tempo di ricami. Così, un colpo dopo l’altro, la squadra abbatte il muro laziale e nella ripresa conquista la semifinale senza patemi, anche se Max si infuria comunque per la gestione di due palloni nel recupero e rientra prima negli spogliatoi.  

Perin 6  
Per metà gara fa prevalentemente da spettatore, anche se all’alba della partita corre un gran brivido sul destro a giro di Zaccagni che sfiora il palo lontano. Attento su una punizione di Cataldi.  

Danilo 6  
Capitano in cerca di riscatto, come gran parte dei compagni del resto, e la missione riesce con applicazione.  

Bremer 7  
Qual è il modo migliore per dimenticare il Monza? Trovare il gol del vantaggio con un puntuale inserimento di testa è certo una buona idea e Gleison la sceglie. Vince senza affanni il duello con Immobile, poi gli tocca Felipe Anderson e va allo stesso modo.  

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Alex Sandro 6 
Negli occhi di tutti c’era ancora la notte horror vissuta contro l’Atalanta e il duello contro Felipe Anderson poteva presentare potenziali inquietudini. E invece il brasiliano è attento e continuo, anche contro Pedro.  

Cuadrado 6,5  
Dalla Lazio alla Lazio, dopo due mesi e mezzo torna titolare e sembra in decisa crescita fisica visto che è subito un moto perpetuo sulla destra. Tra una accelerazione e l’altra, il colombiano è di nuovo un fattore: ritrovato.  

De Sciglio (43’ st) sv 
Ingenerosamente fischiato anche se solo per pochi minuti in campo.  

Fagioli 5,5 
Inaugura la partita con un errore in palleggio inusuale per lui che apre al primo pericolo portato dalla Lazio. Dopo poco si scambia la posizione con Rabiot ma non è quello di sempre.  

Miretti (18’ st) 6 
Ingresso prezioso e di quantità da mezzala destra.  

Locatelli 6,5  
Riprende il timone della Juve e la sua guida è razionale, concreta e con poche concessioni. Ci prova dal limite a giro e disegna un gran taglio profondo per Kean.  

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Rabiot 6,5 
Prima che Bremer facesse centro, tocca proprio al francese provarci praticamente alla stessa maniera. Ma il colpo di testa di Adrien è troppo molle e centrale e sa tanto di occasione divorata. Solido, per il resto, a schermare Milinkovic.  

Kostic 7 
Filip non era certo quello trasparente (non) visto con il Monza e lui lo fa presente riproponendosi alla vecchia maniera. Subito vicino al gol con un diagonale secco, sforna cross a ripetizione e uno di questi diventa l’assist vincente per Bremer.  

Chiesa 6 
Accanto a Vlahovic, dietro a Vlahovic, sgasando dalla sinistra o svariando sul fronte offensivo. Cerca in continuazione le giocate abituali e spesso in verticale e si rivedono bagliori del vero Federico. 

Di Maria (33’ st) 6 
Un quarto d’ora scarso, tra tunnel, dribbling e piroette.  

Vlahovic 5,5 
Sono passati cento giorni esatti dalla sua ultima volta da titolare e Dusan ha una voglia grande così di spaccare il mondo. La condizione però è ancora quella che è e la serata rimane una tappa verso la piena efficienza. Fatturato: solo un colpo di testa alto in poco più di un’ora.  

Kean (18’ st) 6  
Missione: cancellare il diluvio di fischi ricevuti contro il Monza e ci prova subito con uno strappo potente in cui va vicino al gol.

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