I tre motivi per cui Milan e Bologna non possono permettersi di perdere la Coppa Italia

C'è la sensazione che la finale possa essere l’ultimo treno per conquistare un posto in Europa: ecco perché Conceiçao e Italiano non vogliono sbagliare
Giorgio Marota

Storia e tradizione, orgoglio e responsabilità, ma anche la sensazione che questo possa essere l’ultimo treno per l’Europa, vista la grande incertezza che regna in campionato. Bologna e Milan arrivano alla finale di Coppa Italia dopo una lunga corsa, con un obiettivo dichiarato: conquistare il trofeo per dare tutto un altro sapore alla stagione. Ecco i tre motivi per i quali entrambe stasera non possono sbagliare.

Casa Milan

1. L’ultima chiamata per l’Europa

La vittoria di venerdì in campionato ha riavvicinato il Milan alla zona coppe, ma il ritardo accumulato fin qui potrebbe comunque rivelarsi decisivo. Il Milan è ottavo a 60 punti, a -4 da Juve e Lazio (4a e 5a) e a -3 dalla Roma (6a). Se bianconeri e biancocelesti dovessero conquistare una vittoria nelle prossime due di campionato, al Milan resterebbe solo la Conference come appiglio. Ma per arrivarci dovrebbe battere i giallorossi di Ranieri domenica all’Olimpico, quattro giorni dopo la finale. Questa partita è la strada più facile per arrivare in Europa League. Il rischio è una stagione senza coppe. L’ultima fu nel 2019-20, ma fu a causa di un accordo al Tas con l’Uefa per le violazioni del fair play finanziario.

2. La resa dei conti 

Conceicao ha già detto più volte “a fine stagione parlo io”. In una situazione già precaria, e al termine di un’annata difficile e piena di polemiche, l’allenatore, da sempre focoso e carismatico, in caso di sconfitta potrebbe pronunciare parole talmente forti da scuotere ulteriormente l’ambiente Milan. Un successo, dopo di un periodo di buoni risultati e fiducia ritrovata, potrebbe viceversa calmare le acque e garantirgli anche un futuro in rossonero. Dopotutto, chiuderebbe la stagione da trionfatore con due trofei in cinque mesi. 

3. Il divario economico

Un monte ingaggi da oltre 100 milioni di euro contro uno da 36. Il dislivello tra le due squadre, almeno dal punto di vista economico, è enorme. E il Milan sotto questo profilo  ha tutto da perdere. In campo, si sa, non vanno gli stipendi, soprattutto in una finale, eppure i rossoneri dovranno comunque far valere il peso della propria struttura. Perdere questa partita potrebbe avere delle ripercussioni anche per il destino di alcuni top player della rosa.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Casa Bologna 

1. La pressione della storia

Il Bologna “che tremare il mondo fa”, l’ultima finale giocata 51 anni fa, l’esodo dei 30 mila bolognesi a Roma (praticamente tutto il Dall’Ara) e la sensazione di un’occasione unica per aggiornare una bacheca impolverata: anche il Bologna ha tanto da perdere, soprattutto dal punto di vista emotivo. Una sconfitta potrebbe essere come un boomerang e deprimere una piazza che, da due anni, vive sulle ali dell’entusiasmo e che sogna di avviare un progetto a lungo termine e un ciclo vincente. Senza trofeo, tra l’altro, anche la partecipazione alle coppe europee sarebbe a rischio. Con l’attuale posizione di classifica (settimo posto) i rossoblù non sarebbero neppure in Conference. 

2. L’etichetta su Italiano 

È la settima finale della carriera di Vincenzo Italiano, l’allenatore che dalla gavetta è riuscito a scalare la cima. Tre ne ha vinte e tre ne ha perse, ma tutti ricordano soprattutto le tre sconfitte nelle ultime tre finali con la Fiorentina: quella di Coppa Italia contro l’Inter e le due di Conference contro West Ham e Olympiakos. Il tecnico è amatissimo a Bologna, ma corre un grande rischio: non togliersi più, in caso di sconfitta, l’etichetta del “bello che non balla”, quella che l’opinione pubblica calcistica è abituata ad appiccicare addosso a chi si ferma sempre un passo prima di realizzare i sogni. 

3.  Il rischio di interrompere il ciclo

I cicli si costruiscono con le vittorie. Lo sa bene Italiano, che ha Firenze ha vissuto tre anni importanti ma senza titoli, così come lo sanno bene a Bergamo, dove Gasperini ha impiegato 8 anni prima di conquistare il primo trofeo. L’anno scorso la Dea perse a Roma la finale di Coppa Italia e sprofondò in una piccola depressione a una settimana esatta da quella di Europa League, poi stravinta contro il Leverkusen. A Bergamo temevano un pericoloso effetto domino e, soprattutto, di aver visto l’Atalanta più bella della storia ma senza mai poter esultare per la vittoria di un trofeo. L’empatia con la gente, le qualificazioni in Europa, il bel gioco espresso e i risultati in campionato conteranno sempre nel giudizio di un percorso tecnico, ma sono i titoli a restare per sempre. E questo Bologna da favola potrà entrare davvero nei libri di storia soltanto vincendo questa Coppa Italia… oppure sperando che il futuro riservi altre occasioni.


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Storia e tradizione, orgoglio e responsabilità, ma anche la sensazione che questo possa essere l’ultimo treno per l’Europa, vista la grande incertezza che regna in campionato. Bologna e Milan arrivano alla finale di Coppa Italia dopo una lunga corsa, con un obiettivo dichiarato: conquistare il trofeo per dare tutto un altro sapore alla stagione. Ecco i tre motivi per i quali entrambe stasera non possono sbagliare.

Casa Milan

1. L’ultima chiamata per l’Europa

La vittoria di venerdì in campionato ha riavvicinato il Milan alla zona coppe, ma il ritardo accumulato fin qui potrebbe comunque rivelarsi decisivo. Il Milan è ottavo a 60 punti, a -4 da Juve e Lazio (4a e 5a) e a -3 dalla Roma (6a). Se bianconeri e biancocelesti dovessero conquistare una vittoria nelle prossime due di campionato, al Milan resterebbe solo la Conference come appiglio. Ma per arrivarci dovrebbe battere i giallorossi di Ranieri domenica all’Olimpico, quattro giorni dopo la finale. Questa partita è la strada più facile per arrivare in Europa League. Il rischio è una stagione senza coppe. L’ultima fu nel 2019-20, ma fu a causa di un accordo al Tas con l’Uefa per le violazioni del fair play finanziario.

2. La resa dei conti 

Conceicao ha già detto più volte “a fine stagione parlo io”. In una situazione già precaria, e al termine di un’annata difficile e piena di polemiche, l’allenatore, da sempre focoso e carismatico, in caso di sconfitta potrebbe pronunciare parole talmente forti da scuotere ulteriormente l’ambiente Milan. Un successo, dopo di un periodo di buoni risultati e fiducia ritrovata, potrebbe viceversa calmare le acque e garantirgli anche un futuro in rossonero. Dopotutto, chiuderebbe la stagione da trionfatore con due trofei in cinque mesi. 

3. Il divario economico

Un monte ingaggi da oltre 100 milioni di euro contro uno da 36. Il dislivello tra le due squadre, almeno dal punto di vista economico, è enorme. E il Milan sotto questo profilo  ha tutto da perdere. In campo, si sa, non vanno gli stipendi, soprattutto in una finale, eppure i rossoneri dovranno comunque far valere il peso della propria struttura. Perdere questa partita potrebbe avere delle ripercussioni anche per il destino di alcuni top player della rosa.


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I tre motivi per cui Milan e Bologna non possono permettersi di perdere la Coppa Italia
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Casa Bologna