Italia-Inghilterra, The Big Cucumber 

Italia-Inghilterra, The Big Cucumber 
Ivan Zazzaroni
3 min

Ci stanno arrivando anche gli altri: non è mai troppo tardi, in questo caso non lo è ancora. Fino a mercoledì sera, ovvero fino ai due palloni in campo e alla topica di Danny Makkelie, sospettavamo in solitudine; eravamo gli unici a segnalare ripetutamente come questo Europeo puzzasse di anglofilia e anti-italianismo da Superlega e non solo. Ieri, però, sui cieli di Londra è apparso a tutti The Big Cucumber, il Grande Cetriolo, destinato - secondo i più - alle parti nascoste degli italiani. Italiani ai quali un destino cinico e un po’ baro, oltre alla bravura degli azzurri, hanno assegnato un compito che definirei socio-politico: evitare che l’Inghilterra di Boris Johnson, appena uscita dall’Europa, proprio d’Europa si laurei campione.
     Ricordo che nei giorni scorsi siamo stati accusati di complottismo, di dietrologia, di provincialismo, è mancato l’abigeato - anche se circola bestiame ovunque - da chi sul sospetto di macchinazioni calcistiche, spesso mai provate, ha costruito una brillante carriera. Sottolineare che nel primo Europeo itinerante della storia l’Inghilterra è stata l’unica a “itinerare” pochissimo (cinque partite a Wembley e una a Roma) non può essere considerata malainformazione. Tanto per dire, la nostra Nazionale, dopo le prime tre all’Olimpico è andata per aeroporti e rientri notturni, due volte a Wembley e una a Monaco, e non considero i su e giù in pullman from Rome to Coverciano. Altre nazionali si sono sorbite lunghe trasferte a Baku e Siviglia e insomma un bell’aiutino ai ragazzi di Southgate l’Uefa l’aveva già dato.
     I dubbi di natura arbitrale si sono moltiplicati in corso d’opera. L’Inghilterra ha avuto Orsato (contro la Croazia), Mateu Lahoz (Scozia), Soares Diaz (Rep. Ceca), Makkelie (Germania), Brych (Ucraina) e di nuovo Makkelie con la Danimarca, e non si capisce perché, dal momento che l’olandese non aveva fatto bene, esordendo con Turchia-Italia dove non ne ha infilata una. Ricordo inoltre, sempre per quanto ci riguarda, che se non ci fosse stato il Var, ma solo Tony Taylor, saremmo in vacanza da un pezzo. E che la designazione dello sloveno Vincic per l’ottavo con il Belgio risultò come minimo provocatoria.
     Mercoledì sera, in Inghilterra-Danimarca, si è consumato un autentico delitto calcistico davanti agli occhi di William: due palloni in campo nell’azione che ha portato al rigore inesistente e nessuno se n’è accorto. Il Var non poteva intervenire sui palloni, ma sul rigore sì. I danesi l’hanno presa benino, in particolare l’attivissimo “Cantonio Conte”, già Cans Christian Andersen, che su Twitter l’ha risolta così: «They’ll be putting that penalty in the British museum with the other stolen shit». Vi risparmio la traduzione.
     Infine la beffa finale: domenica sera per l’Uefa, arbitra Kuipers, sarà Italia-Inghilterra e non il contrario. A Wembley, davanti a 60mila inglesi e alla Royal Family, giocheremo in casa.


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