Spettacolo, Antonio Conte, promessa a Sanremo: «Non lascio la Nazionale e vincerò»
Il ct azzurro fra gli ospiti della penultima serata del Festival: «Quando giocavo, amavo fare il karaoke. I miei artisti preferiti? Antonacci, Ligabue e Ramazzotti. Sanremo lo guardo sempre»
ROMA - Ha cantato e promesso amore eterno alla Nazionale. La serata del ct azzurro Antonio Conte a Sanremo è tutta qui. O quasi. Tanti gli applausi al suo ingresso sul palco dell'Ariston, pochi minuti dopo le 22. Conte è sorridente e risponde volentieri a tutte le domande di Carlo Conti, il presentatore. Si siedono sui gradini di fronte al pubblico e l'intervista comincia subito con il caos stage saltati. Il cittì usa l'ironia: «Beh, visto che non ci verrà nessuno, vuol dire che inviterò te, Carlo».
Poi via alle canzoni che hanno fatto da colonna sonora alla vita del tecnico azzurro. Si parte dal brano "Se stiamo insieme" di Cocciante: «E' del 91 e in quell'anno sono diventato grande in quanto dal Lecce sono passato alla Juventus e sono andato a vivere da solo. Le prime difficoltà le ho incontrate nel corso del primo anno. Non giocavo mai, ero nella nebbia e pensavo: "Ma chi me lo ha fatto fare?". Da allora ne ho fatta di strada. Ora ho una bella incombenza, per me è un grande onore essere il ct azzurro. Da bambino sognavo di vestire un giorno la maglia del mio paese, poi da allenatore desideravo quella panchina. Sono riuscito a centrare entrambi gli obiettivi», ha detto Conte che poi aggiunge. «Ora voglio vincere qualcosa con l'Italia. Difficoltà nella scelta dei giocatori? Nel club puoi permetterti di scegliere anche lo straniero. In Nazionale questo non accade ma abbiamo comunque ragazzi bravi e giovani talenti che vogliono vincere, proprio come me».
PAROLE PRIMA DEL FESTIVAL - «Seguo sempre il Festival di Sanremo, mi piace cantare ed ascoltare la musica italiana». Così il ct della Nazionale azzurra Antonio Conte ha parlato alla Rai prima dell'inizio della quarta serata della kermesse che lo vedrà fra gli ospiti più attesi. «I miei cantanti preferiti? Ligabue, Ramazzotti, Antonacci, insomma tutti i cantautori italiani. Quando facevo il calciatore mi dilettavo spesso nel karaoke, soprattutto prima delle partite. Ora la musica la lascio ai miei giocatori, io preferisco concentrarmi in silenzio sulla partita. Il mio calciatore preferito? Marco Tardelli. Infatti ho cercato di ripropormi anche in campo nel suo stesso ruolo», ha concluso Conte.
Poi via alle canzoni che hanno fatto da colonna sonora alla vita del tecnico azzurro. Si parte dal brano "Se stiamo insieme" di Cocciante: «E' del 91 e in quell'anno sono diventato grande in quanto dal Lecce sono passato alla Juventus e sono andato a vivere da solo. Le prime difficoltà le ho incontrate nel corso del primo anno. Non giocavo mai, ero nella nebbia e pensavo: "Ma chi me lo ha fatto fare?". Da allora ne ho fatta di strada. Ora ho una bella incombenza, per me è un grande onore essere il ct azzurro. Da bambino sognavo di vestire un giorno la maglia del mio paese, poi da allenatore desideravo quella panchina. Sono riuscito a centrare entrambi gli obiettivi», ha detto Conte che poi aggiunge. «Ora voglio vincere qualcosa con l'Italia. Difficoltà nella scelta dei giocatori? Nel club puoi permetterti di scegliere anche lo straniero. In Nazionale questo non accade ma abbiamo comunque ragazzi bravi e giovani talenti che vogliono vincere, proprio come me».
Si va avanti con la seconda canzone, "Uomini soli" dei Pooh: «Sono molto legato a questo gruppo, è un brano che dedico a tutti gli allenatori che sono degli uomini soli, soprattutto quando le cose non vanno bene. Ci troviamo da soli a lottare. Mio padre a casa è l'allenatore della partita finita, come tutti. Come finisce la partita è pronto a criticarmi», ha detto il tecnico.
Ultima canzone: "Si può dare di più" di Morandi, Ruggeri e Tozzi. Qui l'allenatore della Nazionale si lascia andare e comincia a cantarla tutta: «Quando giocavo a calcio cantavo meglio, ora in panchina a forza di urlare ho perso la voce. E' il mio motto, si può sempre dare di più. Quando si raggiunge la vetta di può ancora salire. Possiamo sempre migliorarci e regalare qualcosa di inaspettato e spero possa accadere questo per la mia Nazionale. Io ci metto voglia e entusiasmo e cerco di non trascurare la moglie e la bimba, Vittoria. Mi sopportano ma è anche questo il segreto del mio successo. Se lascerò la Nazionale? No, non mi è mai balenata l'idea e non mi balenerà mai», ha concluso Conte prima di congedarsi.
PAROLE PRIMA DEL FESTIVAL - «Seguo sempre il Festival di Sanremo, mi piace cantare ed ascoltare la musica italiana». Così il ct della Nazionale azzurra Antonio Conte ha parlato alla Rai prima dell'inizio della quarta serata della kermesse che lo vedrà fra gli ospiti più attesi. «I miei cantanti preferiti? Ligabue, Ramazzotti, Antonacci, insomma tutti i cantautori italiani. Quando facevo il calciatore mi dilettavo spesso nel karaoke, soprattutto prima delle partite. Ora la musica la lascio ai miei giocatori, io preferisco concentrarmi in silenzio sulla partita. Il mio calciatore preferito? Marco Tardelli. Infatti ho cercato di ripropormi anche in campo nel suo stesso ruolo», ha concluso Conte.