L'appello di Mkhitaryan per fermare il genocidio nel Nagorno Karabakh

L'armeno, con un lungo post sui propri canali social, richiama l'attenzione della comuninità internazionale: "I bambini hanno il diritto di vivere in pace"
L'appello di Mkhitaryan per fermare il genocidio nel Nagorno Karabakh
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ROMA - "Mi si spezza il cuore", scrive Henrikh Mkhitaryan sui propri social: l'armeno, profondamente scosso dal conflitto in Armenia del Nagorno Karabakh, ha voluto richiamare con un lungo post l'attenzione della comunità internazionale, invitandola ad intervenire prontamente per evitare il genocidio: "Spesso guardiamo indietro a quelle pagine oscure di uccisioni indiscriminate - si legge - pulizia etnica e campi di concentramento con rimorso e rammarico che nessuno abbia fatto abbastanza per fermarli. Non possiamo riportare indietro le vittime delle atrocità del passato, ma siamo ancora in tempo per impedire che si verifichi un genocidio nel Nagorno-Karabakh". "I bambini hanno il diritto di vivere in pace nella loro patria", ha concluso Mkhitaryan.

Il Tweet di Mkhitaryan: "Fermiamo il genocidio"

"Dopo un blocco durato dieci mesi, il 19 settembre l'esercito dell'Azerbaigian ha lanciato un brutale bombardamento del Nagorno Karabakh. Mi si spezza il cuore quando apprendo le storie di traumi, perdite e gravi violazioni dei diritti umani di migliaia di famiglie armene che vengono sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh e fuggono in Armenia in un esodo di massa. La situazione che le persone nel Nagorno-Karabakh stanno soffrendo in questo momento porta con sé ricordi dei momenti più bui della Storia. Spesso guardiamo indietro a quelle pagine oscure di uccisioni indiscriminate, pulizia etnica e campi di concentramento con rimorso e rammarico che nessuno abbia fatto abbastanza per fermarli. Non possiamo riportare indietro le vittime delle atrocità del passato, ma siamo ancora in tempo per impedire che si verifichi un genocidio nel Nagorno-Karabakh. Nel mezzo di questo orrore, abbiamo bisogno della mobilitazione immediata degli aiuti umanitari di emergenza attraverso il corridoio Lachine e del ponte aereo e del dispiegamento di missioni di monitoraggio internazionali per porre fine a questi crimini contro l’umanità. È ora urgente che i leader internazionali si oppongano alla pulizia etnica e utilizzino tutti gli strumenti politici possibili per porre fine alle azioni militari nella regione. I bambini hanno il diritto di vivere in pace nella loro patria".


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