Abel Balbo, il primo bomber della Roma di Sensi

Nasce dalla Locura di Marcelo Bielsa, cresce nell’Udinese ed esplode con Mazzone. Una cosa non gli è mai mancata: il gol
Abel Balbo, il primo bomber della Roma di Sensi
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Quando inizia il giugno del 1966, ad Abbey Road, i Beatles stanno registrando l’album Revolver, reso immortale dal brano Yellow Submarine. In Argentina, invece, si progetta il colpo di Stato militare che porterà al comando del Paese il generale Juan Carlos Onganìa. Nella provincia di Santa Fe, precisamente a Empalme Villa Constitucion, nasce Abel Eduardo Balbo. Il ragazzo ha come migliori amici i libri e la palla: a scuola è uno dei migliori della classe, spesso quando torna a casa porta con sé risultati eccellenti, ma in area di rigore è una sentenza. A 17 anni è una promessa del calcio Albiceleste e l’Independiente mette gli occhi su di lui.

IL MAESTRO LOCO - È tutto pronto per il provino, ma la sorella Claudia, che lavora in uno studio legale, si lascia sfuggire questa voce con il suo datore di lavoro. Il destino vuole che questo personaggio sia anche il vicepresidente del Newell’s Old Boys e convince la sorella di Abel a far fare un provino al fratello con la squadra di Rosario. Con le giovanili dei Leprosi impara da un Loco, che vede il calcio in maniera diversa: Marcelo Bielsa. Debutta con la prima squadra ed è subito trionfo: Balbo è forte fisicamente e ha i piedi educati. Sa come muoversi in contropiede e in area di rigore difficilmente sbaglia. Prevale nel gioco aereo e ha un tiro potente. È un autentico centravanti, un rapace del gol e vince immediatamente il campionato. Si spalancano le porte dell’Europa: l’Hellas Verona lo mette sotto contratto, ma Bagnoli lo boccia e gli scaligeri lo girano in presto al River Plate. Passa un altro anno in Argentina, poi arriva la chiamata dell’Udinese. I friulani sono pronti a puntare tutto su Ronny Rosenthal, un promettente attaccante che però non passa le visite mediche per una malformazione congenita alla schiena, così rinunciano all’israeliano e devono trovare un altro centravanti. Marino Mariottini, ds della società, indica Abel Eduardo Balbo come possibile acquisto dopo averlo visto nella Copa America del 1989 in Brasile. Convince Pozzo, nuovo patron dell’Udinese e l’argentino sbarca in Italia. Con i bianconeri rimane fino al 1993 e cresce senza eccessive pressioni: segna gol a raffica, sia in Serie A che in Serie B e poi arriva la chiamata di una big, la Roma. Abel Eduardo Balbo è il primo vero grande acquisto del nuovo presidente della Roma: Franco Sensi.

AMORE A PRIMA VISTA - Se c’è un modo per entrare nel cuore dei tifosi giallorossi è segnare al debutto, magari farlo sotto la Curva Sud e contro una rivale storica. È il 5 settembre 1993 e la Juventus arriva allo Stadio Olimpico: Balbo, che per tutta la settimana ha provato con Carlo Mazzone gli schemi sui calci piazzati, decide di non seguire i consigli dell’allenatore. Er Sor Magara lo implora ad andare sul primo palo, l’argentino si fida delle traiettorie velenose di Sinisa Mihajlovic e si fionda sul secondo palo. Ha ragione Abel: con un’incornata di testa infila i bianconeri e diventa subito un idolo per il popolo romanista. Balbo ha l’abitudine del gol, ma non cerca mai la giocata di prestigio. Non tenta dribbling virtuosi, non irride l’avversario. È metodico, letale: un fuoriclasse corretto, quasi atipico. In un campionato duro come la Serie A, con i difensori che mordono le caviglie, non reagisce quasi mai. Parla con i piedi e gonfia le reti di tutti gli stadi d’Italia. Con Fonseca crea una coppia micidiale, con il giovane Francesco Totti alle spalle va in porta con irrisoria facilità. È un simbolo della Roma e ne diventa addirittura capitano, ma quando arriva Zeman le cose peggiorano. Con il boemo il rapporto non decolla e le strade si separano: vince con il Parma una Coppa Italia e una Coppa Uefa, poi passa alla Fiorentina e fornisce l’assist più importante della sua vita. Nell’esperienza in viola gioca con il suo connazionale Gabriel Omar Batistuta e lo convince ad accettare l’offerta della Roma: Balbo torna nella Capitale da riserva, Batigol ci arriva da Re Leone. Uno vede il campo raramente, l’altro trascina a suon di gol i giallorossi allo Scudetto. Un finale meritato per una storia d’amore meravigliosa: il primo attaccante della Roma di Sensi che si accontenta della panchina pur di festeggiare un Tricolore con la gente di una città che l’ha adottato.


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