I Lazio-Inter di Dejan Stankovic

Grande doppio ex della sfida, l'ex centrocampista serbo ci ha raccontato le sue gare con i biancocelesti contro i nerazzurri
I Lazio-Inter di Dejan Stankovic
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Uno scudetto e cinque coppe con la Lazio, cinque scudetti e dieci coppe con la maglia dell’Inter. Il palmares italiano di Dejan Stankovic evidenzia in maniera ancor più netta il cordone che lo legherà per sempre alla società biancoceleste e a quella nerazzurra, i due club più importanti nella sua carriera. La squadra che lo ha portato in Italia e che lo ha fatto crescere e quella dove si è affermato. Lazio e Inter. Due storie importanti e durature. Avventure fatte di sfide decisive, finali e scontri diretti. «Sono state le squadre più importanti della mia carriera insieme allo Stella Rossa, club con il quale ho iniziato a giocare e che oggi alleno. Due esperienze importanti che mi hanno formato come uomo e calciatore. In Italia mi sono affermato. All’Inter ho vinto tanto, ma i sei anni alla Lazio non li dimenticherò mai».

Gli inizi in biancoceleste

Dejan Stankovic arriva nella capitale l’estate del 1998. «Il mercato di quell’anno fu storico: quell’estate costruimmo una squadra fantastica, gettando le basi per tutti i successi che abbiamo conseguito. Anzi, io dico sempre che con quella Lazio potevamo e dovevamo vincere di più. Il rammarico è per uno scudetto e per la Champions League, dove potevamo andare più avanti». Quelle sfide tra i biancocelesti e i nerazzurri erano sempre molto tese ed equilibrate. «Quando con la Lazio affrontavamo le tre grandi del Nord cercavamo sempre di dare il massimo e uscivano fuori delle partite molto belle. Ma la cosa che mi piaceva tanto di quei Lazio-Inter era l’atmosfera che si respirava. Il gemellaggio tra le due tifoserie rendeva tutto più bello e speciale. Anche se in campo non eravamo affatto gemellati». Il primo Lazio-Inter giocato con la maglia biancoceleste è difficile da dimenticare. 21 febbraio 1999, davanti ad oltre 70.000 spettatori la squadra biancoceleste batte i nerazzurri di Roberto Baggio 1-0 e vola per la prima volta in testa alla classifica. Il gol decisivo fu segnato da Sergio Conceiçao, calciatore con il quale, pur non avendo caratteristiche in comune, fu messo spesso in concorrenza. «Eravamo una squadra fortissima, composta da centrocampisti eccezionali. Così, certe volte, quando Eriksson mi metteva sulla fascia destra io scherzavo e dicevo: mister mi mette lì, così faccio meno danni vero?» I suoi compagni di reparto si chiamavano Almeyda, Veron, Simeone, Sensini, Conceiçao, Nedved, Lombardo. «Credo che fosse il centrocampo più forte d’Europa. Non ho dubbi. Per quello resto convinto che dovevamo vincere molto di più».

Lo scudetto

Nella stagione 1999-2000, che vedrà i biancocelesti laurearsi campioni d’Italia, Dejan Stankovic riesce a ritagliarsi uno spazio più che importante, giocando 32 partite (tra campionato, Champions League e Coppa Italia) e segnando cinque gol. Memorabile la gara casalinga contro l’Inter dell’11 marzo del 2000. A pochi minuti dal termine, la Lazio era sotto di due gol, ma poi, quando tutto sembrava perso, arriva l’inaspettata impennata d’orgoglio. «Ricordo uno stadio pieno, che ci ha trascinato fino alla fine e ci ha spinto a non mollare. Ci abbiamo creduto fino in fondo. Tra l’altro eravamo una squadra di giocatori molto esperti e dal grande carattere: Mihajlovic, Favalli, Nesta, Couto. Era gente con gli attributi, che non mollava mai. Anche in quella partita ci credemmo fino alla fine e portammo a casa un pareggio che risultò decisivo». La Lazio vince lo scudetto il 14 maggio del 2000, battendo la Reggina in campo e vivendo il tumultuoso finale di Perugia-Juventus. «Non dimenticherò mai quel giorno: il modo in cui l’abbiamo vinto, che ci ha ripagato della delusione dell’anno precedente quando perdemmo il titolo proprio nel finale. L’attesa nello spogliatoio e soprattutto la festa la sera al Circo Massimo, quando non riuscimmo a scendere dal pullman. Una città intera festeggiò con noi. Per me resta indimenticabile il pensiero di quel milione di tifosi che scesero in piazza per festeggiare».

Gli ultimi anni

La prima gara ufficiale con lo scudetto sul petto fu proprio un Lazio-Inter. 8 settembre del 2000, le due squadre si con- tendono all’Olimpico la Supercoppa Italiana. Anche stavolta Dejan viene schierato titolare della fascia destra e nella ripresa segna un gol bellissimo. «Un pallonetto sull’uscita del vecchio Ballotta. A parte gli scherzi, di quella gara ricordo lo stadio pieno, una vera bolgia e poi una serie di capovolgimenti di fronte. Una partita molto divertente che finì 4-3 per noi. Il gol fu molto bello, ma tutto fu reso semplice dalla giocata di Veron. Con lui in campo ci bastava correre, visto che con il contagiri sapeva sempre dove darti il pallone per mandarti in porta». L’ultima sfida contro l’Inter ha un sapore particolare. È il 21 dicembre del 2003, Dejan sa già che da lì a poche settimane diventerà nerazzurro. «Sapevo già che al 99 per cento sarei diventato un giocatore dell’Inter, ma quel giorno giocai ugualmente una grande partita. Per me è una questione di principio. Di rispetto per i compagni, per il presidente, ma soprattutto per i tifosi. Sono fiero di quello che ho fatto nella mia esperienza alla Lazio, che mi ha fatto crescere come uomo e giocatore e ho sempre onorato la maglia. Anche in quella partita».

 

 

 

 


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