Addio Pablito, eroe Mundial

La tragica notizia della morte di Paolo Rossi, una delle più grandi leggende del nostro calcio e della Nazionale
Addio Pablito, eroe Mundial
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ROMA - Il 2020, un anno disastroso. Il Coronavirus ha sconvolto le nostre usanze e le nostre abitudini, e, come se non bastasse, questo infausto anno ci ha portato via alcuni dei più grandi campioni della storia dello sport. Oggi piangiamo Pablito, due settimane fa Diego Armando Maradona, lo scorso gennaio Kobe Bryant. Senza dimenticare Gigi Simoni,  Mariolino Corso e tutti gli altri: una vera ecatombe. 

Una leggenda del nostro calcio

Giocava col numero 20 Paolo Rossi quando diventò Pablito. Se n'è andato proprio in una notte d'inverno del 2020, l'anno che cancella i sogni e si porta via gli eroi. Se n'è andato via in silenzio: due settimane dopo El Pibe de Oro, il calcio piange l'uomo copertina del Mondiale di Spagna 1982. Viveva per il gol, ne segnò sei nell'estate del nostro terzo trionfo iridato: tre per distruggere la Seleçao dei fenomeni brasiliani, due per spazzare via la Polonia in semifinale, uno per mettere il sigillo nell'ultimo atto contro la Germania Ovest. Divenne il primo a vincere nelle stesso anno il Mondiale, il titolo di capocannoniere della rassegna e il Pallone d’Oro. Dopo di lui, è riuscito solo a Ronaldo (il Fenomeno). Insieme a Roberto Baggio e Christian Vieri è stato il bomber azzurro che ha segnato più di tutti ai Mondiali con nove gol, ma a iniziò la carriera come ala: fu Osvaldo Bagnoli, che poi costruirà la favola del Verona dello scudetto, a intravedere in lui le doti del centravanti. Esplose nel Lanerossi, dove vinse la classifica cannonieri prima in Serie B poi in A per due anni di fila. Dopo un anno a Perugia si riaprirono per lui le porte della Juventus, dove aveva iniziato. Ma lo scandalo del Totonero frenò tutto. Pagò un breve colloquio con uno dei promotori durante un ritiro, una scena da cui si defilò in fretta. Non abbastanza per i giudici che lo squalificarono per due anni. Rossi non chiese sconti. L'uomo, prima ancora del bomber, convinse il ct azzurro Enzo Bearzot a giocarsi tutto su di lui in Spagna, sacrificando anche Roberto Pruzzo capocannoniere del campionato. Da lì cambiò tutto. Paolo Rossi vinse due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Uefa e una Coppa dei Campioni con la Juventus. Passò al Milan, chiuse la carriera al Verona, diventando poi un oculato investitore e un apprezzato volto televisivo. Ma per tutti resta Pablito, l'uomo che fece piangere il Brasile.


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