Siamo scarsi, più di così non possiamo fare
Di fronte alla Croazia, la nostra modestia si è vista tutta. Sia chiaro, la colpa non è di Conte e nemmeno dei giocatori. Il fatto è che oggi il livello del nostro calcio è questo
ROMA - Siamo scarsi. Lo sapevamo e ieri, di fronte alla Croazia, la nostra modestia si è vista tutta. Sia chiaro, la colpa non è di Conte: non ha sbagliato le convocazioni né la formazione, anzi - al netto delle assenze - ha scelto i migliori e ha dato organizzazione e grinta agli azzurri. E non è nemmeno colpa dei giocatori, perché hanno fatto ciò che dovevano: diligenti, compatti, con qualche lampo individuale (confortante El Shaarawy). Il fatto è che oggi il livello del nostro calcio è questo: scarso. E allora il pareggio in casa con la Croazia, che non è la Germania o la Spagna ma ha tanti elementi di qualità, diventa una piccola impresa, quanto meno un risultato di cui essere soddisfatti. Diranno che le assenze erano pesanti. Vero: Bonucci, soprattutto Pirlo. Già, Pirlo: l’unico fuoriclasse di cui possiamo lamentare sul serio la mancanza. Poi qualche riserva, che stavolta poteva tornare utile: Verratti, Ogbonna, Astori, Florenzi, Insigne (Balotelli è un caso a parte). Ma se ci troviamo a piangere per loro, che non giocano mai o quasi, allora dobbiamo prendere atto che l’Italia sta attraversando una crisi tecnica senza precedenti. Le anime di questa Nazionale sono ancora Buffon (che ieri ha fatto una papera, e vabbè, può capitare anche a lui), De Rossi e Pirlo. Sono i soli campioni indiscutibili che abbiamo. E hanno tra i 31 e i 36 anni. Non a caso loro c’erano a Berlino, anno di grazia 2006. Allora sì che avevamo non una squadra forte, ma un movimento calcistico d’eccellenza assoluta. Prendete semplicemente gli attaccanti di quell’Italia-Francia: Totti e Toni titolari; Del Piero, Inzaghi e Gilardino (più Iaquinta) in panchina. A casa, per motivi diversi, altri fenomeni e goleador di razza: Vieri, Di Natale, Montella, Lucarelli. Potevamo anche non vincerlo, quel Mondiale, ma eravamo una potenza. Se oggi ci fosse solo una di queste dieci punte, sarebbe titolare inamovibile. Anzi, diciamola tutta: se l’Italia dovesse giocare ora la partita della vita, e non progettare il futuro, dovrebbe ricorrere a Totti, Di Natale e Toni. Perciò, oggi, quasi festeggiamo il pari con la Croazia che perde il suo miglior giocatore, Modric, e lo sostituisce con un talento purissimo come Kovacic. Perciò, oggi, ringraziamo Conte e gli azzurri per avere preso un punto contro una squadra più forte. Ma i nostri dirigenti comincino sul serio a lavorare per ricostruire il calcio che hanno distrutto. Avanti, rimboccatevi le maniche. E attenzione a non sbagliare indumento: abbiamo detto rimboccatevi le maniche, non riempitevi le tasche.
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