L'Italia e il ballottaggio con Belotti: salviamo il soldato Immobile

L'Italia e il ballottaggio con Belotti: salviamo il soldato Immobile© LAPRESSE
Alberto Dalla Palma
4 min

Si ferma dopo undici partite la lunga serie di successi dell'Italia di Mancini ma non sarebbe giusto dare un valore eccessivo a una partita del genere, a pochi giorni dall’inizio di una stagione che sarà anomala ancora più di quella che si è appena conclusa. Con tutto il mondo in emergenza Covid, l’ostinazione con cui l’Uefa ha imposto la conferma della Nations League è assolutamente sorprendente.

La follia della Nations League

In campo, e non solo a Firenze, sono scesi giocatori che avevano appena finito la Champions a fine agosto e altri che non hanno neanche cominciato la preparazione con i rispettivi club: in un calendario così complesso, in cui bisogna incastrare le partite di qualificazione al prossimo mondiale e in cui è obbligatorio chiudere i campionati a maggio per consentire il recupero degli Europei, sottoporre le Nazionali allo stress della Nations League non aveva alcun senso e non ha alcun senso: pensate solo che tra meno di tre giorni, gli azzurri dovranno scendere in campo di nuovo in Olanda.

Italia, una serata partita male

Possibile aspettarsi qualcosa di meglio? Noi pensiamo di no, perché i giocatori non sono preparati, non hanno la “gamba” e rischiano solo di farsi male, compromettendo eventualmente anche il resto della stagione. L’Italia ha fatto il possibile, come Mancini, che ha cercato di mettere insieme una squadra pescando dal mazzo le carte giuste, senza troppa fortuna. Ma che non fosse una grande serata, lo abbiamo capito quando in campo è sceso Acerbi invece di Chiellini perché nella distinta era stato commesso un errore di trascrizione.

Il pericoloso ballottaggio tra Belotti e Immobile

Il gol di Dzeko ha spaventato l’Italia, che a Firenze non ha mai perso una partita: la Nazionale faticava, l’attacco non riusciva a sviluppare una sola azione offensiva che potesse mettere in crisi gli avversari ma alla fine il lampo di Sensi ha evitato agli azzurri una sconfitta che sembrava inevitabile.

Detto che quello di ieri sera non era calcio, per colpa dell’Uefa, ci soffermiamo proprio sul tema dell’attacco, che farà discutere chissà per quanto tempo. Belotti al posto di Immobile anche nel debutto stagionale: sappiamo già che l’attaccante della Lazio, Scarpa d’Oro con 36 gol in campionato (20 in più dell’amico granata), giocherà titolare in Olanda ma continuiamo a non capire la staffetta tra due centravanti che non sono equivalenti, come dimostrano i numeri e il rendimento. Una staffetta, tra l’altro, imposta da un ct che lasciò la Nazionale proprio perchè non sopportava la rivalità prima con Baggio e poi anche con Zola.

Ai grandi talenti l’alternanza non piace mai, come raccontava Mancini tanti anni fa: immaginiamo la rabbia di Immobile, che ha iniziato l’avventura azzurra partendo dalla panchina. L’Italia non ha mai avuto un attaccante da 36 gol a stagione, nemmeno quando ha vinto il Mondiale a Berlino: nell’anno degli Europei andrebbe costruita una Nazionale in grado di esaltare le doti di Immobile, con il quale la Lazio parte quasi sempre da 1-0. Alla lunga, la staffetta tra Ciro e Belotti, per i quali gli esami non finiranno mai, rischia di diventare un peso piuttosto che un vantaggio.


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