Il saluto di Chiellini: “Ora aiutate questa Italia, arriveranno altre batoste”

L'addio del capitano dopo 117 presenze in azzurro: "Serviranno per crescere"
Il saluto di Chiellini: “Ora aiutate questa Italia, arriveranno altre batoste”© EPA
Fabrizio Patania
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Senza difesa. Dieci gol incassati nelle ultime sette partite. La Nazionale di Mancini ne aveva subìti altrettanti nelle precedenti 29 e bisognerà rifondare sostituendo un monumento come Giorgio Chiellini, ieri al passo d’addio, diciotto anni e 117 partite dopo l’esordio, nel 2004, con il ct Lippi. Il capitano azzurro è uscito all’intervallo ed è stato il primo a metterci la faccia appena si è chiusa la Finalissima con l’Argentina. Se lo sentiva, gli azzurri erano spompati, fuori forma, pieni di assenze e di acciacchi.

E adesso serviranno sostegno e comprensione, come aveva spiegato a Coverciano, chiedendo aiuto preventivo. «Sapevamo che sarebbe stato difficile. La speranza era di vincere partita e trofeo ma questo non cancella ciò che è stato. Mi aspetto un periodo difficile, c’è bisogno che tutti stiano vicini agli azzurri per ripartire. Dai media ai tifosi, spero ci sia sostegno verso questo gruppo che ora dovrà affrontare un lungo lavoro. L’ho già detto. Bisogna star vicino all’Italia. Ci saranno batoste da prendere e serviranno per crescere». Più tardi, ha analizzato la Finalissima. «Erano superiori, soprattutto in questo momento. L’Argentina ha fiducia, squadra forte. Nel primo tempo abbiamo sbagliato, rovinando la partita. Accettiamolo. Sono più forti». Bastoni è il suo erede. Altri arriveranno, si spera nel segno della tradizione. «Serve la voglia di migliorarsi, non solo nel mio ruolo. Ho iniziato la carriera old style, pensando solo a difendere. Non si può perdere la voglia di restare aggrappati al centravanti, a marcarlo. Poi c’è l’evoluzione, la costruzione del gioco. Sono riuscito anche io a migliorare». Difesa fragile. Mancini, dopo l’intervallo, ha cominciato a sperimentare, guardando avanti. Anche la difesa a tre con Lazzari e Spinazzola esterni. Di Lorenzo è scalato accanto a Bonucci ed Emerson, poi sostituito da Bastoni. Sincera l’analisi del cappotto con l’Argentina. Non solo Messi ha fatto la differenza. «Hanno giocatori importanti, soprattutto davanti. Sapevamo non sarebbe stato semplice. Dispiace aver perso la Fnalissima. Ora ci restano altre quattro partite di Nations. Dipenderà dal mister Mancini, non so se vorrà cambiare. Sono stati due anni intensi, in cui è stato raggiunto il successo all’Europeo. Ora proveremo a concludere al meglio la stagione». E’ tornato sulla serata di Palermo. «Vedere quella partita da casa, mi ha fatto male. Non ci volevo credere. La delusione è stata grande, ma non siamo passati da essere considerati fenomeni a giocatori scarsi. Ci sono dei giovani importanti. Dobbiamo ripartire tutti insieme». Di Lorenzo ha dato la propria disponibilità a restare sino al 14. «Io voglio restare. Deciderà Mancini cosa scegliere, se scremare il gruppo. La maglia azzurra è incredibile. Ci ho messo tanto per raggiungerla, è normale».


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