Italia, il solito problema del numero nove

Leggi il commento alla prossima sfida della Nazionale e ai dubbi nel ruolo di centravanti
Italia, il solito problema del numero nove
Alberto Polverosi
4 min

Per un allenatore che ha appena vinto lo scudetto col miglior attacco della Serie A (77 gol) e il miglior attacco della Champions nelle 6 gare del girone (20 gol), è un bel passo indietro. Luciano Spalletti deve ripartire con lo stesso problema del suo transfuga predecessore, il problema del gol. Seguendo un criterio oggettivo, quello dei minuti giocati, per la sua prima convocazione il nuovo commissario tecnico della Nazionale ha chiamato tre centravanti: Raspadori, che conosce bene per averlo allenato un anno a Napoli, Immobile e Retegui. Avesse avuto invece la possibilità di seguire un criterio soggettivo e di rinviare le convocazioni alla fine dell’ultima giornata di campionato, forse ci sarebbe stato posto anche per Scamacca che su 270 minuti ne ha giocati 131 segnando 2 gol, mentre Immobile è a... punteggio pieno con 270’ (1 gol), Retegui a 234’ (1 gol) e Raspadori a 197’ con 0 gol. Per avere un’idea più chiara sulle scelte definitive di Spalletti dovremo aspettare la prossima convocazione. Ma intanto abbiamo subito bisogno di gol perché dobbiamo vincere le due partite che ci aspettano, abbiamo bisogno di un centravanti che Mancini ha cercato nei suoi anni azzurri senza mai trovarlo, fino a giocare quasi tutto il secondo tempo della finale dell’Europeo con Insigne al centro dell’attacco, dopo aver sostituito Immobile. Non si è mai fidato fino in fondo di Ciro.

Immobile, Raspadori o Retegui: la scelta di Spalletti

Ora tocca a Spalletti. Immobile, Raspadori o Retegui al centro dell’attacco, Politano (o Zaniolo) e Chiesa sugli esterni. Dai primi allenamenti di Coverciano, le sensazioni spingono in terzo piano Retegui e consegnano la maglia da titolare a chi vincerà il duello fra Immobile e Raspadori, due attaccanti di natura assai diversa. Nel Napoli di Luciano l’ex Sassuolo è stato schierato sia come centravanti (soprattutto all’inizio del campionato quando mancava Osimhen), sia come esterno e anche come seconda punta alle spalle del nigeriano. Con Garcia, in questo inizio di stagione non ha mai giocato al centro dell’attacco, al debutto di Frosinone ha fatto 90’ a sinistra perché mancava Kvaratskhelia, col Sassuolo ancora titolare a sinistra sempre per l’assenza del georgiano (entrato a 7’ dalla fine) e contro la Lazio è rimasto in panchina fi no al 66’ quando ha sostituito Kvara, quindi a sinistra. In Macedonia, se toccherà a lui, tornerà a giocare centravanti. Raspadori ha 23 anni, ha già 5 campionati di Serie A alle spalle, ha stabilito il record di gol (10) nel 2020-21 col Sassuolo, però che ancora oggi si giri intorno al suo ruolo forse non depone totalmente a suo favore. Bene la flessibilità (magari con Chiesa potrebbe alternarsi nel ruolo di punta centrale, se davvero anche Spalletti vede per lo juventino lo stesso futuro individuato da Allegri), ma a un certo punto forse è meglio stabilire i confini del proprio ruolo.

Raspadori e Immobile, le differenze

Per il suo passato napoletano sotto la guida di Spalletti qualcuno può vederlo favorito, ma non sarà questa la ragione che porterà il ct a sceglierlo, se toccherà a Raspadori. Fra lui e Immobile, al di là della differenza tecnica (abbastanza evidente) c’è un abisso sul piano tattico. Da una parte c’è un palleggiatore, un cucitore, uno che esce dalla linea d’attacco e torna a fraseggiare col centrocampo, dall’altra c’è un centravanti che va lanciato, che ama la profondità, che aspetta l’assist (se Luis Alberto fosse Luigi Alberto...) per poi partire come una scheggia. Dobbiamo solo augurarci che qualunque sia la scelta, porti gol e porti la vittoria al debutto di Luciano Spalletti sulla panchina della Nazionale.


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