Da Buffon a Gattuso: calcio che chiama calcio
Questo esordio conta più di tanti che l’hanno preceduto. E non soltanto perché arriva dopo troppe delusioni, un paio di amarissime eliminazioni e prima della grande speranza.
Italia-Estonia è la partenza di un progetto ideato da un ex giocatore, Buffon, e avallato dalla presidenza federale. Gigi avverte tutta la responsabilità del momento, che è doppia: ha messo bocca anche nella Under 21, sostenendo la candidatura di Silvio Baldini.
C’è perciò un senso di assoluta novità nella gestione Gattuso ed è appunto l’incidenza di un collega nella selezione e nella decisione finale: calcio che chiama calcio.
Per anni abbiamo chiesto che fossero proprio loro, i calciatori, a effettuare le scelte tecniche facendo leva sulle esperienze accumulate e sulla conoscenza diretta dei papabili.
Ci siamo arrivati: non è stato un trust di cervelli che il pallone l’avevano visto soltanto a distanza a puntare su un professionista, ma un signore che per tutta la vita non ha fatto altro che parare. Perfino i colpi della vita stessa.
Sono curioso, lo siamo tutti. Anche quelli che pensano che Gattuso non sia il ct ideale. Sarà il campo a decidere se Buffon ha avuto ragione o no.
Non ho voglia di immergere subito Gattuso nel mare delle banalità (e cattiverie) che si scrivono per ogni ct esordiente – ha precisato Italo Cucci –. Gli auguro soltanto che il suo ringhio l’aiuti a farsi capire da giovani che devono essere istruiti anche come uomini.
Un genere d’istruzione che può evitare la distruzione.
