Italia, ci vorrebbe un altro Baggio

A Tallin, nel 1993, finì 3-0 per noi e Roby fece il fenomeno: 2 gol e un assist
Alberto Polverosi

Dall’inviato Giuseppe Pistilli

TALLINN - Il 3-0 all’Estonia è stato firmato da Roberto Baggio e da Mancini. Guardacaso si tratta di due fuoriclasse al di sopra di ogni schema, insofferenti al morso, fedeli più al loro istinto che ai mattinali di servizio.

Non era proprio l’attacco del pezzo, ma era il cuore. Pistilli è stato un vero intenditore di calcio e quella sera a Tallinn mise in chiaro cosa sarebbe stata la Nazionale senza quel fenomeno. Il titolone in prima pagina del Corriere dello Sport-Stadio era: “Baggio, grazie di esistere”. Voto di Pistilli nelle pagelle: 8,5. Giudizio: “La classe immensa lo accompagna anche in questo sperduto campetto baltico. Fa tutto (o quasi) lui. Inventa gioco, lo smeriglia, lo conclude e sempre con lo stile del campione con la “C” maiuscola. Che cosa sarebbe senza di lui questa Nazionale?”. I giovani lettori, che purtroppo per loro non hanno letto quei pezzi e quel giornale all’epoca diretto da Italo Cucci, devono sapere che Peppe non era uno di manica di larga quando dava i voti. Probabilmente otto e mezzo è stato il voto più alto assegnato nella sua carriera.


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Il Baggio baltico

Estonia-Italia 0-3, era il 22 settembre 1993, ci stavamo giocando la qualificazione al mondiale americano, proprio come stasera. Doppietta di Roby, gol di Mancio. Quella notte stessa, Cucci commissionò al ragazzo di bottega (chi scrive) una Baggio-story. “Scrivi quattro, cinque pagine, quello che vuoi”. Il motivo di queste righe sta proprio qui, nella speranza che stasera un azzurro prenda il posto di Baggio e che al nostro inviato venga chiesta la stessa “story” sul successore. Nel ‘93 il ct della Nazionale era Arrigo Sacchi, che voleva giocare a un tocco e vedeva la squadra come un’orchestra: se c’era uno spartito c’era gioco, era il pensiero di Arrigo. Poi sappiamo come andò in America, la Nazionale arrivò in finale solo quando si svegliò Roberto Baggio.

Kean, il successore

E stasera chi deve svegliarsi? Potrebbe essere Kean, che per ora con Baggio divide due maglie, anche se indossate a percorsi inversi, Roby dalla Fiorentina alla Juve (dove conquistò il Pallone d’Oro), Moise dalla Juve alla Fiorentina (dove è diventato vice capocannoniere della Serie A). Ma andrebbe bene anche se fosse Retegui il nostro Baggino. E’ nato in Argentina, la terra che Roberto ama di più dopo Caldogno. Ci vuole qualcuno che a Tallin si metta la Nazionale sulle spalle e la trascini dove da anni non è più arrivata. Qualcuno che il giorno dopo possa leggere sul Corriere dello Sport-Stadio le dichiarazioni dei suoi compagni con lo stesso titolo di allora: “Baggio, sei un fenomeno”. Lo dicevano Casiraghi, Costacurta e il grande amico di Roby, Andrea Fortunato. Anche il ct estone (si chiamava Piir) rimase sbalordito: “Ma questo è un marziano”. Già, Roberto Baggio veniva da Marte per giocare in una Nazionale forte, nella Nazionale di oggi uno così potrebbe arrivare solo da Plutone.


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Dall’inviato Giuseppe Pistilli

TALLINN - Il 3-0 all’Estonia è stato firmato da Roberto Baggio e da Mancini. Guardacaso si tratta di due fuoriclasse al di sopra di ogni schema, insofferenti al morso, fedeli più al loro istinto che ai mattinali di servizio.

Non era proprio l’attacco del pezzo, ma era il cuore. Pistilli è stato un vero intenditore di calcio e quella sera a Tallinn mise in chiaro cosa sarebbe stata la Nazionale senza quel fenomeno. Il titolone in prima pagina del Corriere dello Sport-Stadio era: “Baggio, grazie di esistere”. Voto di Pistilli nelle pagelle: 8,5. Giudizio: “La classe immensa lo accompagna anche in questo sperduto campetto baltico. Fa tutto (o quasi) lui. Inventa gioco, lo smeriglia, lo conclude e sempre con lo stile del campione con la “C” maiuscola. Che cosa sarebbe senza di lui questa Nazionale?”. I giovani lettori, che purtroppo per loro non hanno letto quei pezzi e quel giornale all’epoca diretto da Italo Cucci, devono sapere che Peppe non era uno di manica di larga quando dava i voti. Probabilmente otto e mezzo è stato il voto più alto assegnato nella sua carriera.


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