<span style="line-height: 20.8px;">Di Napoli: «Grazie Messina, sono innocente e uscirò pulito»</span>

A tu per tu con il tecnico dei peloritani, sotto processo sportivo per l'inchiesta Dirty Soccer. «La fiducia e la stima dei tifosi e della città mi rincuorano. Il Messina è una squadra giovane e forte, può arrivare lontano. Il 'mio' Napoli? E' da scudetto»
Di Napoli: «Grazie Messina, sono innocente e uscirò pulito»© LaPresse
Alessandra Vaccaro
4 min

ROMA - «Credo nella giustizia. Messina è la mia seconda casa e dopo la vicenda del calcioscommesse, amo ancora di più questa città. Sono commosso per l'affetto dei tifosi e orgoglioso della mia squadra che crede in me ogni giorno, come  allenatore e come persona». A parlare è Arturo di Napoli, 42 anni, indagato nell'inchiesta "Dirty Soccer". Il tecnico del Messina, Lega Pro, girone C, attalmente settimo in classifica, rischia di abbandonare per 4 anni quel rettangolo verde che l'ha reso noto, prima come calciatore e poi come allenatore. Una carriera di tutto rispetto quella di Re Artù, ricordato dai tifosi di tutte le squadre in cui ha militato con affetto e stima. Originario di Milano, Arturo ha mosso i primi passi nel mondo del calcio proprio nella sua città, militando nelle giovanili dell'Inter, poi ci sono stati l'Empoli, il Venezia, il Napoli, il Palermo: solo a Messina, Di Napoli è stato sia da giocatore sia da allenatore.

Signor Di Napoli, Messina l'ha vissuta in una duplice veste, che cosa è cambiato  rispetto a 10 anni fa?
«Sono stato un privilegiato: ho vissuto gli anni d'oro del calcio italiano. Tra il 2003 e il 2007 sono stato a Messina e ho portato nel cuore un ricordo bellissimo, tanto da ritornarci come allenatore. Certo, le cose sono  diverse. Dieci anni fa, ho assistito al passaggio dalla serie B alla serie A, poi da tecnico mi sono ritrovato in una squadra di serie D e quindi di Lega Pro, però sono fiducioso sul futuro del club»

Che cosa si aspetta da questo campionato? Crede nella rimonta della squadra, magari addirittura nel primo posto in classifica?
«Questo gruppo è stato creato in pochissimo tempo. L'obiettivo è la  salvezza. Se, nell'ultima fase del campionato, dovessimo trovarci nella zona alta, inizierei a pensare a qualcosa di più. Per ora, penso solo a fare bene come allenatore  e a portare in campo una squadra competitiva»

Ci sono giocatori del Messina che hanno il potenziale per le categorie superiori?
«Sicuramente, ho a disposizione un organico molto valido. Ci sono diversi giocatori che, in passato, non hanno brillato e ora si stanno ritagliando ruoli fondamentali. Segnalo Giuseppe Fornito, un giovane di grandi potenzialità».

Pensa che la Lega Pro possa essere una buona palestra per i giovani che vogliono giocare in B e in A?
 «Io credo molto nei giovani. Nel calcio come in ogni ambiente, i giovani sono il futuro e bisogna dare loro le giuste attenzioni. Naturalmente,  occorre farlo sempre con progettualità. Il campionato di Lega Pro è molto  equilibrato e potrebbe essere il serbatoio giusto per le grandi squadre».

Nella sua lunga carriera ha militato anche nel Napoli, che cosa pensa degli  azzurri campioni d'inverno? Potrebbe arrivare lo scudetto nella città  partenopea?
«Qualche anno fa, mi hanno fatto la stessa domanda ed ero un po' scettico sul club campano. Ora ho cambiato totalmente idea. Il Napoli ha dimostrato  tanto sia come squadra sia come club. Credo che De Laurentiis sia un  presidente concreto e competente. Ha rischiato ad investire su Sarri, ma, a conti fatti, ha fatto la scelta giusta. Non solo credo che il Napoli sia una realtà importante, ma ritengo anche che sia la squadra più vicina allo scudetto. Dietro il ventottenne Higuain, c'è un gruppo di giovani giocatori: la politica societaria è vincente».

Per la prima volta nella sua carriera si trova dietro il banco degli imputati per la questione del calcioscommesse...

«Credo nella giustizia in generale e da ex giocatore e allenatore confido nell'operato della giustizia sportiva. Sono sicuro che tutto si risolverà. Mi sono affidato completamente ai  miei avvocati, che stanno gestendendo la questione nel migliore dei modi.  Posso solo dire che amo questa città, e che per me è una seconda casa. Amo  i tifosi del Messina, ma anche i semplici cittadini, che si comportano con  me in maniera squisita. Sono orgoglioso di vivere in quest'ambiente e,  soprattutto, dei miei giocatori che, ogni giorno, mi danno grandi  soddisfazioni. La squadra e la tifoseria hanno fermamente fiducia in me e mi stimano come persona. Questo è ciò che conta».

 


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