INVIATI A MOSCA – Milinkovic-Savic, è già finita. In fondo a una serata amara. Anche se la Serbia ci ha provato.
«E’ vero, abbiamo avuto un inizio di secondo tempo importante. I nostri primi venti minuti sono stati buoni, giocati con una buona pressione».
Però non siete riusciti a segnare.
«E’ quello che ci è mancato: fare gol. Invece il Brasile è uscito fuori, e su calcio d’angolo ha segnato il 2-0 ci ha ammezzato nella testa. Lì è finito tutto, la partita si è chiusa in quel momento».
(…)
Ora arriva per lei il momento delle scelte. Era stato chiaro, prima di partire: si decide dopo la Russia. Adesso ci siamo.
«Ma ancora non ci penso. Ora mi servono alcuni giorni di riposo. Voglio staccare. Una cosa ve la confesso: non guarderò calcio, questo è sicuro, sicuro, sicuro. Dopo vediamo quello che può succedere».

Qual è la situazione?
«Ho un contratto con la Lazio. Per prima cosa, io torno lì di certo e vedo, se rimanere o andare via».
E chi decide?
«Il presidente e Igli Tare. Aspetto di incontrarli e parlare con loro. Così verranno prese le decisioni su di me».
Ma che effetto le fa sapere di essere valutato 150 milioni?
«L’effetto è quello di una grande motivazione, di cercare di fare meglio ogni partita e in ogni occasione. Tutti giorni leggo di squadre interessate a me. Anche questa è una spinta in più».
Si parla di Real. E si parla di Juve. Per lei cos’è la Juve?
«E’ il top in Italia. Lo dicono gli scudetti vinti, le coppe Italia. Di certo è una grande squadra».

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