Mondiali: i tifosi ci sono, ma i diritti no

Almeno 6.500 lavoratori morti nei cantieri. E l'artista britannica Dua Lipa si defila dalla cerimonia di apertura
Mondiali: i tifosi ci sono, ma i diritti no© EPA
Giorgio Coluccia
4 min

Per questo Mondiale nulla è stato lasciato al caso. Dal momento dell’assegnazione avvenuta il 2 dicembre 2010 a Zurigo sino alla finalissima, che non a caso si terrà il 18 dicembre. Quel giorno infatti in Qatar sarà festa nazionale, per celebrare l’unificazione avvenuta con Jassim bin Mohammed Al-Thani al potere, da tutti considerato come il fondatore. Il primo Mondiale in Medio Oriente è il primo torneo iridato tascabile, dove sarà possibile vedere anche due partite al giorno in quanto tutti gli stadi saranno racchiusi nel raggio di appena 70 chilometri, in un emirato grande quanto l’Abruzzo. Una controtendenza netta rispetto alle edizioni più recenti, andate in scena in due Paesi sconfinati come Brasile e Russia, tra stagioni meteorologiche e fusi orari diversi da un campo all’altro. Quello qatariota rappresenta un vero unicum nella storia dei Mondiali, che trova un precedente solo nell’edizione di Uruguay 1930, quando le partite si giocarono tutte a Montevideo. Però c’erano appena 13 squadre, stavolta saranno 32 e sarà anche l’ultima volta con la formula attuale visto che dal 2026 diventeranno 48 e per la prima volta ci si allargherà in tre nazioni diverse (Stati Uniti, Messico e Canada).

Otto stadi

In Qatar le città coinvolte saranno cinque, si giocherà in otto stadi diversi, di cui sei costruiti da zero, e tutti dotati di impianti di raffreddamento per mantenere la temperatura sempre al di sotto dei 25 gradi. Dei gioiellini avveniristici sparsi tra le aride dune del deserto, su cui però pesa la piaga delle violazioni dei più basilari diritti umani e le gravissime mancanze sui luoghi di lavoro che secondo le stime hanno portato alla morte di circa 6.500 lavoratori migranti arrivati dal Sudest asiatico e dall’Africa. Se nell’anno dell’assegnazione del Mondiale la popolazione del Qatar era di poco superiore al milione e mezzo, all’inizio del 2022 aveva già superato quota tre milioni a causa della ingente richiesta di manodopera, impiegata anche nell’allargamento dell’aeroporto internazionale Hamad di Doha, nella costruzione di alberghi di lusso e centri commerciali e nel completamento delle tre linee della metropolitana della capitale, che servirà cinque stadi con fermate dedicate.

Dua Lipa dice no

Per la prima volta dal 1930, i giocatori coinvolti non dovranno prendere alcun volo e potranno allenarsi nel medesimo centro sportivo. Prima della sfida inaugurale di domenica allo stadio Al-Bayt di Al Khor, canteranno Shakira, Robbie Williams e i Black Eyed Peas mentre nelle ultime ore si è defilata la britannica Dua Lipa, proprio a causa delle ripetute violazioni sui diritti umani. A causa delle dimensioni ridotte dell’emirato, non tutti i tifosi potranno alloggiare nel Paese e con un’ora di volo arriveranno per la partita da mete più gettonate come Abu Dhabi e Dubai. Occhi puntati sull’ordine pubblico visto che le droghe sono considerate del tutto illegali e per il consumo di birra e alcolici ci saranno forti restrizioni. Non sarà possibile bere per strada oppure fuori dalle fan zone vicine agli stadi mentre nelle linee guida ufficiali si specifica che «le manifestazioni pubbliche di affetto, indipendentemente dal genere o dall'orientamento sessuale, possono essere considerate offensive». Le polemiche divampano ormai da giorni, l’Occidente si spacca su cosa è opportuno o meno. E intanto riecheggia l’esultanza in diretta planetaria nel giorno dell’assegnazione di Mozah bint Nasser Al-Missned, seconda delle tre mogli dell’ex emiro: «La Coppa del Mondo in Qatar riunirà tutto il Medio Oriente, da Doha a Damasco». Il sipario sta quasi per alzarsi.


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