Correa, il Mondiale per rilanciarsi

L'attaccante dell'Inter non partirà titolare con l'Argentina e dovrà fronteggiare una folta concorrenza
Correa, il Mondiale per rilanciarsi© Inter via Getty Images
Pietro Guadagno
3 min

MILANO - A differenza di Lukaku, Correa è già certo di partecipare al Mondiale. Non è reduce da infortuni da cui guarire. Sta bene come stava all’Inter. Tuttavia, come in nerazzurro, anche con l’Argentina non è chiaro che tipo di ruolo e quanto spazio possa avere nella rassegna iridata. Di certo, la prima parte della stagione non l’ha messo in luce. Eppure le opportunità le ha avute, proprio a causa dei guai fisici di Big Rom. Il problema è che quando Inzaghi gli ha dato fiducia, lui non è stato in grado di rispondere in maniera adeguata. Così, al fianco di Lautaro ha finito per giocare quasi sempre il 36enne Dzeko, con ottimi risultati peraltro. 

Concorrenza

Insomma, il Qatar può offrirgli l’opportunità per rilanciarsi. Ovvio che non parta titolare. Là davanti, la certezza è la coppia formata da Messi e dal “Toro”. Ma non potranno giocare sempre. E quindi sarà fondamentale farsi trovare pronto in caso di necessità. Attenzione alla concorrenza, però. Tra gli attaccanti convocati da Scaloni, infatti, ci sono anche Dybala (amicissimo del “Tucu”) e Alvarez del Manchester City, più gli esterni offensivi Di Maria e Nico Gonzalez. Il ct albiceleste ha davvero l’imbarazzo della scelta. E chiaramente per Correa sarà un ostacolo in più.

Svolta o addio

Per l’ex-Lazio si tratta di un’“ora o mai più”. Nel senso che ha assoluta necessità di una scintilla per riaccendersi e per ritornare all’Inter con le pile nuovamente accese. Nelle ultime uscite, infatti, ha dato l’impressione di essersi incupito, di essere ormai attorcigliato nelle due difficoltà. E a San Siro sono pure cominciati i mugugni del pubblico. Sulla fiducia di Inzaghi non ci sono mai stati dubbi, ha spinto perché lo raggiungesse all’Inter, che ha speso 31 milioni di euro per acquistarlo da Lotito. Ma se anche la sua stagione sotto la Madonnina sarà anonima come la prima, peraltro pesantemente condizionata dagli infortuni, è difficile immaginare che ce ne sarà una terza. 

Doti uniche

Significa che nella seconda parte dell’annata, Correa dovrà trasformarsi in un fattore per le fortune interiste. Dal punto di vista tecnico è un “unicum” nella rosa nerazzurra, non essendoci un altro elemento con doti di uno contro uno come le sue. Quelle doti, però, si devono trasformare in qualcosa di concreto. E finora non è accaduto, al di là dei 3 gol segnati contro Spezia, Cremonese e Sampdoria. Occorre finalmente un “Tucu” decisivo: gli restano 6 mesi per riuscirci


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